Giovedì 12 ottobre, ore 20.30
Chiesa di S. Donato
Ingresso libero
Niccolo Paganini (1782 -1840)
Sonata con variazioni in Re maggiore M.S. 123
per violino con accompagnamento di viola, chitarra e violoncello
dedicata al ragazzino Camillo Sivori da Niccolò Paganini
– Allegro aperto
– Andante cantabile
– Tema (Andante comodo) e variazioni
Serenata in Fa maggiore M.S. 115 per due violini e chitarra
-
Introduzione: Largo
-
Minuetto: Amoroso
– Andantino scherzando
Quartetto n. 2 in Do maggiore M.S. 29 per violino, viola, violoncello e chitarra
-Moderato
– Minuetto: Andante
– Larghetto
Rondò: Allegretto
Quartetto Paganini-Sivori del Teatro Carlo Felice
Eliano Calamaro, violino
Debora Tedeschi, viola
Alberto Pisani, violoncello
Silvia Groppo, chitarra
Si ringrazia la Fondazione Teatro Carlo Felice
Desideriamo ricordare che, per la rassegna “Controcanti… aspettando il Festival”, che introduce e prepara la Prima Edizione del Paganini Genova Festival, due sono gli eventi in calendario per questa settimana:
La musica da camera di Paganini prevede, con pochissime eccezioni, una parte dominante del violino e l’accompagnamento della chitarra; si contano almeno una sessantina di Sonate (in due movimenti] per violino e chitarra, quindici quartetti e cinque Terzetti, sempre con chitarra. La rimanente produzione da camera paganiniana annovera tre quartetti per archi, tre Duetti per violino e violoncello e pochissimi altri brani.
La Sonata con variazioni è il primo lavoro oggetto dell’Aggiornamento del catalogo tematico di Paganini, che a 35 anni di distanza integra il Catalogo di Maria Rosa Moretti e Anna Sorrento, ed è in stampa per i tipi di Musica con le Ali di Milano. Si tratta di una composizione il cui manoscritto (copia non autografa] è conservato nell’archivio del circolo mandolinistico II Risveglio, ed è dedicata da Paganini a Camillo Sivori; vero e proprio quartetto, seppur di dimensioni contenute, presenta il consueto schema ancora settecentesco in tre movimenti: movimentato il primo, cantabile il secondo e tema con variazioni l’ultimo, nel quale una scrittura violinistica di considerevole impegno guida una tessitura in cui le parti di accompagnamento sono decisamente in secondo piano, come l’intitolazione stessa suggerisce.
L’autografo della partitura della Serenata M.S. 115 è conservato al Conservatorio di S. Cecilia di Roma e la prima edizione a stampa è solo del 1970, per la casa editrice Berben di Ancona. Questa breve pagina, in due movimenti preceduti da un’introduzione, è concepita sul modello delle Sonate per violino e chitarra, in cui la parte del violino è raddoppiata, mentre la chitarra mantiene il carattere di supporto armonico-ritmico, con apporto timbrico importante. Pur appartenendo alle opere non databili per mancanza di documentazione, le caratteristiche stilistiche fanno propendere per un periodo di composizione vicino agli anni di Lucca, tra il 1800 ed il 1810. Il Minuetto che segue l’introduzione (Largo] attesta la destinazione amatoriale del lavoro, evidentemente pensato per esecuzioni casalinghe tanto in voga tra l’aristocrazia del tempo; nell’Andantino scherzando finale una parte centrale a guisa di Trio contrasta per la tonalità minore di impianto, mentre la stretta di chiusura contribuisce a dare brio alla pagina, pur senza richiedere virtuosismi particolari.
Il Quartetto n. 2 viene invece datato con precisione: composto nel 1818, venne stampato nel 1820 da Ricordi come op. 4 n. 2, insieme ai Capricci op. 1, alle Sonate per violino e chitarra op. 2 ed op. 3, e ad altri cinque Quartetti. Con tutte queste composizioni, prima uscita pubblica per Paganini compositore, il musicista desiderava acquisire un riconoscimento della propria capacità creativa, e rispetto alle pagine precedentemente composte si adoperò per concepire lavori di notevole impegno, anche se il manoscritto riporta la dedica “Alle amatrici”; dobbiamo quindi pensare a dilettanti di buone capacità strumentali, non solo per la parte del violino, ma anche per quelle di viola, violoncello e chitarra, che a turno emergono con assoli discretamente insidiosi. La struttura generale è articolata in quattro movimenti, e già questo denota una concezione di maggiore importanza. Il Minuetto, che è collocato al secondo posto anziché come di consueto al terzo, è di andamento tranquillo, mentre il vero tempo lento è al terzo posto, ed inizia con una melodia affidata alla viola con l’indicazione di “espressivo” mentre la chitarra accompagna “dolce”. Come chiusura abbiamo un Rondò, secondo gli esempi di molti quartetti di Haydn e Beethoven, a mostrare ancora il taglio decisamente impegnato dell’opera.
Michele Trenti