Notizie metropolitane Genova: Come Gloria e Aisha, le spose bambine senza infanzia e diritti (Video di Tabloid)
Unicef Liguria a Palazzo Doria Spinola ha dedicato la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze ai matrimoni precoci con iniziative anche sul femminicidio e i bambini vittime dei teatri di guerra e i patrocini di Città metropolitana e Regione.
A dieci anni avrebbe dovuto lasciare la scuola e sposare un uomo che aveva già una moglie e cinque figli, alcuni più grandi di lei. Dopo la disperazione e le lacrime però Gloria, bambina del Ghana, ha deciso di reagire e opporsi a un futuro drammatico e atroce, a una sorte che l’avrebbe privata così piccola di ogni diritto e libertà di scegliere la propria vita. Gloria per fortuna continua a studiare e vuole diventare ostetrica per aiutare le altre donne a partorire i loro bambini e poi vorrebbe, quando lo deciderà, anche sposarsi e avere figli. Aisha invece un figlio ce l’ha già perché a tredici anni, rapita dai sanguinari integralisti di Boko Haram è stata costretta a subire con la violenza uno di loro come marito, restando incinta. Tre anni dopo è riuscita a fuggire con il suo bambino e a ritrovare la libertà. Le loro sono storie vere di spose bambine, testimoniate nelle immagini dell’Unicef che stima a livello globale in 400 milioni le donne fra i 20 e i 49 anni sposate da minorenni, 23 milioni prima dei 15 anni. A questo fenomeno, ancora diffuso nel mondo, soprattutto nelle zone rurali e nelle fasce più povere il comitato ligure Unicef ha dedicato un evento a Genova, a Palazzo Doria Spinola, con i patrocini della Città metropolitana e della Regione Liguria, nella giornata internazionale delle bambine e delle ragazze.
“Di fronte a questa drammatica violazione dei diritti umani contro milioni di bambine e ragazze nel mondo – dice Franco Cirio, presidente Unicef Liguria – non possiamo girarci dall’altra parte e invito anche ragazzi e ragazze delle nostre scuole a impegnarsi con noi, l’Unicef è come un grande orecchio per raccogliere ogni segnalazione e l’Onu dei bambini risponde”.
In sala ragazzi e ragazze delle scuole hanno ascoltato esperti e rappresentanti delle istituzioni su questo e altri temi legati al filo rosso dei diritti. Quelli violati delle donne in una spirale di vite calpestate sino all’estrema atrocità del femminicidio sono al centro del video racconto del circolo La Via del Sale, fra gli organizzatori della giornata, che lavora per dar voce ai bisogni del territorio in molti modi e ha curato le esposizioni per l’evento a Palazzo Doria Spinola.
“Abbiamo realizzato 26 installazioni – dice Maristella Cuccadu, presidente della Via del Sale – per raccontare con un video e una voce narrante la storia di una donna che ha conosciuto un uomo, si è sposata con lui sperando in una vita felice, ma invece sono poi arrivate le violenze, sino all’esito più tragico. Collaboriamo con Unicef per diffondere consapevolezza e riflessioni sui diritti violati delle donne fra le ragazze e i ragazzi, perché è quello che conta di più per capire la realtà e comprendere cosa cambiare”.
Diritti colpiti al cuore anche per troppi bambini, perché i dati Unicef dicono che 230 milioni di loro sono minacciati dai conflitti armati in Africa, Asia, Medio Oriente e 87 milioni di piccoli sotto i 7 anni hanno vissuto solo l’incubo delle guerre. E anche se Mario Serafica di Time for Peace dice “siamo solo una goccia nel mare” l’associazione continua a portare tutto l’aiuto possibile ai bambini colpiti da queste tragedie umanitarie.
“Purtroppo -dice Serafica – i bambini sono sempre le vittime, perché sono i più indifesi, come i vecchi e mentre un tempo nei conflitti si scontravano gli eserciti, oggi sempre più spesso i teatri di guerra sono città, villaggi, scuole, ospedali e la maggior parte delle vittime sono civili”.
Sotto l’incubo di bombe, mine, cecchini, delle persecuzioni etniche tanti bambini restano soli, perdono la vita o subiscono tremende ferite e mutilazioni. Per questo “da anni Time for Peace – dice Mario Serafica – progetta e realizza protesi ortopediche, per loro e anche per gli adulti. Siamo una piccola organizzazione, non abbiamo grandi tecnologie e mezzi, però riusciamo ad aiutare quelli che possiamo”.“Per esempio un gruppo di bambini accompagnati dai genitori che ha affrontato più di 500 chilometri difficilissimi in Siria per venire da noi. Bambini splendidi e simpaticissimi che ci hanno aiutati molto ad aiutarli, anche se vedere con i propri occhi quei drammi, quelle difficoltà, tutto quel dolore è davvero diverso da qualsiasi altra cosa.”
Fonte: Notizie Metropolitane Genova