INAUGURA A PALAZZO DORIA SPINOLA “GENOVA, LA MUSICA E… PAGANINI”

MARTEDÌ 5 GIUGNO INAUGURA A PALAZZO DORIA SPINOLA “GENOVA, LA MUSICA EPAGANINI”

Ritorna al Palazzo della Prefettura “Arte e Cultura a Palazzo Doria Spinola, manifestazione che sposa musica e arte, tra Liguria e Ungheria. Tra gli artisti anche Carlo Marrale, fondatore dei Matia Bazar

GENOVA – Inaugura a Palazzo Doria Spinola (largo Eros Lanfranco 1) martedì 5 giugno 2018 (ore 17) “Arte e Cultura a Palazzo Doria Spinola”, appuntamento che arriva alla settima edizione sposando musica e arte in “Genova, la Musica e…Paganini”. L’evento è organizzato da Pietro Bellantone di EventidAmare in collaborazione con il Consolato Onorario di Ungheria per la Liguria e l’Associazione Culturale Liguria-Ungheria, ed è realizzata con il Patrocinio del Comune di Genova, Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova e Città Metropolitana di Genova.

«“Arte e Cultura a Palazzo Doria Spinola” è un evento consolidato – spiega Elisa Serafini, assessore alla Cultura del Comune di Genova – ma capace di crescere e di rinnovarsi anno dopo anno, valorizzando Palazzo Doria Spinola, uno dei fiori all’occhiello della nostra Città. Per l’edizione 2018, è stato progettato un programma incentrato sulla figura di Niccolò Paganini: musica e arte, integrate con originalità». I già stretti rapporti tra Italia e Ungheria sono «valorizzati e arricchiti – prosegue Pietro Bellantone, Presidente delle associazioni EventidAmare e Liguria Ungheria – da iniziative come questa, che mostrerà le relazioni tra queste due realtà attraverso musica e arte, con un occhio di riguardo a Niccolò Paganini». Il Console onorario di Ungheria per la Liguria Giuseppe Michele Giacomini aggiunge che «la musica rappresenta un’assoluta eccellenza sia di Genova, sia dell’Ungheria: entrambe possono vantare giovani musicisti di qualità e talento». La rassegna vuole rafforzare i legami culturali tra Ungheria e Italia, e «in questa direzione – conclude Serafini – è anche apprezzabile la manifestazione, elaborata dagli organizzatori, che si terrà a Genova nel prossimo ottobre e che vedrà impegnati due musicisti, uno ligure e un magiaro, a suonare i due preziosissimi violini di Paganini: il “Cannone” e il “Sivori”». «L’idea forte di questo progetto – scrive Ilaria Cavo nel catalogo della mostra – è quella di favorire la reciproca conoscenza della realtà sociale, storica e culturale della Liguria e dell’Ungheria, attraverso iniziative culturali ed educative che portino alla luce i legami da sempre esistenti fra i due paesi. Regione Liguria – prosegue Cavo – non può che essere lieta che si svolgano iniziative che la aprano ancor di più al mondo, in particolare a un paese in costante crescita culturale, turistica ed economica».

L’INAUGURAZIONE

Sarà l’artista ungherese Berzsenyi Balázs, presentato da Pietro Bellantone, a inaugurare ufficialmente (alle 17), con una sua performance nel Loggiato Inferiore del Palazzo, “Arte e Cultura a Palazzo Doria Spinola”. Una scenografia animata attorno all’installazione-scultura del maestro magiaro (un Niccolò Paganini in bronzo, ferro e violini in materiale metallico), che abbina la danza di Cristiano Fabbri all’esecuzione due brani di Niccolò Paganini da parte del Maestro Eliano Calamaro del Teatro Carlo Felice. Segue nel Salone del Consiglio Metropolitano, dopo gli interventi di Laura Repetto (Delegata alla Memoria Storica del Sindaco Metropolitano e Consigliere comunale di Busalla) e di Giuseppe Michele Giacomini (Console Onorario di Ungheria per la Liguria), la presentazione delle opere degli artisti in mostra a cura di Daniele Grosso Ferrando. L’esposizione sarà inserita nell’adiacente Loggiato Superiore, e sarà visitabile fino a venerdì 15 giugno 2018 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, il sabato dalle 9 alle 12). Un rinfresco nella Sala di Maggioranza chiuderà l’inaugurazione alle 18.30.

 LE OPERE IN MOSTRA

ll filo conduttore di “Genova, la musica e… Paganini” è la «sinergia fra musica e arte – scrive il critico d’arte Daniele Grosso Ferrando nel catalogo della mostra – che, iniziata nei primi anni del Novecento con i lavori di Kandinsky e di Klee, viene declinata in forme e modi molto differenti e originali. Le opere in mostra oscillano fra linguaggio figurativo e linguaggio astratto, spesso con abili contaminazioni e con un’interessante pluralità di soluzioni e di esiti stilistici». Le vedute di Genova di Aurora Bafico sono una dichiarazione d’amore alla città; nell’installazione di Berzsenyi Balázs l’opera scultorea acquista fisicamente una dimensione spaziale nel rapporto con musica e danza; le opere di Rosa Brocato riprendono la simultaneità dinamica dei Futuristi in cui il momento percettivo e sensoriale si fonde con l’esperienza del ricordo e della memoria; Franco Buffarello trasforma il ritratto originale di Paganini in un monumento celebrativo dove la sua fama è esaltata dalla roccia che funge da indistruttibile basamento; la ricerca pittorica di Gianni Carrea passa da un iniziale iperrealismo a una trasfigurazione cromatica del dato reale che assume una dimensione astratta; il colore è il protagonista delle opere di Cristina Cerulli, che dilata gli spazi assumendo toni diversi a seconda delle emozioni; la grande originalità di Geppo Monzio Compagnoni consiste della ricerca di un’opera d’arte totale, dove i supporti diventano parte integrante del lavoro artistico; nelle opere di Marina Dagnino Isnaldi il paesaggio ligure si trasforma da elemento soggettivo e sensoriale a emozione interiore, dove il ritmo narrativo è affidato alla forza del colore e al mosaico geometrico; toni astratti hanno le opere di Ida Fattori, nelle quali il colore di carica di valenze espressive e di risonanze interiori; suggestioni oniriche e immagini visionarie sono il cuore pulsante delle opere di Corrado Leoni; le ottiche della Digital Art sono il nocciolo della ricerca pittorica di Pier Giorgio Leva che, con consumata abilità, modula immagini e colori; Aldo Marrale (Maurice) genera nella sua opera un effetto spiazzante nell’osservatore, che si trova proiettato in una realtà parallela in cui le figure umane sono sagome nere, ritagliate nella luce calda di un tramonto; le vibrazioni della musica di Paganini si amalgama con l’arte nell’opera di Carlo Marrale, producendo un effetto cinetico di espansione del suono; Renato Marrale omaggia il celebre violinista con un intarsio di immagini; la pittura di Enrico Merli si fonda su una straordinaria sensibilità per la luce e il colore; nelle opere di Lucia Termini la pittura gareggia con la fotografia nella precisione delle immagini e nella scelta del bianco e nero, che esalta l’eleganza e il fascino femminile; Silvia Toscani è affascinata dal colore e da una natura edenica e incontaminata; un possente violino è il protagonista dell’opera di Patrizia Targani Iachino, che l’inquadratura ravvicinata e in forte scorcio rende ancor più monumentale, trasformandolo in una gigantesca scultura; Agnese Valle usa colori accesi e squillanti per descrivere, in modo personale e quasi naif, il paesaggio ligure.

L’ingresso è libero. Il catalogo Erga (in allegato), con traduzioni in ungherese di Dóra Háhm, nuova addetta consolare, sarà distribuito gratuitamente fino a esaurimento scorte.

 

 

Di Staff_ReteGenova

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