Museo Galata: 13000 bombe su Genova nel 1684
Tra il 17 e il 28 maggio del 1864 Genova viene bombardata quasi senza sosta dalla flotta francese con più di 13.000 bombe.
Al Galata Museo del Mare ci racconta l’episodio un dipinto di pittore anonimo: i fatti sono rappresentati con estremo dettaglio, cosa che ci fa pensare che l’autore sia stato un testimone oculare del bombardamento!
Osserviamo il dipinto nel dettaglio: vi sono rappresentate alcune scene. All’estrema sinistra del dipinto, sulla spiaggia di Sampierdarena appaiono truppe di soldati, intervenute per impedire che i soldati a bordo delle navi sbarchino sulla spiaggia e poi invadano la città.
Poi vediamo alcune galee (della Repubblica di Genova) – non più di una quindicina- che sono uscite e sono nel bacino del porto di Genova per impedire che le navi nemiche entrino nel porto.
Se osserviamo la città e vediamo incendi e fuochi in molti punti : dal quartiere del Molo, a Palazzo Ducale e arrivano i bordi di Strada Nuova. La localizzazione degli incendi è così precisa che fa pensare proprio al pittore come a un testimone oculare, poiché in effetti la città fu distrutta per il 20%. E se le vittime non furono numerosissime, interi quartieri come il Molo e la collina di Castello erano ridotti pressoché tutti in macerie.
Continuiamo a osservare il dipinto: guardiamo il bacino del porto: le galee (poche, una dozzina) con la bandiera della Repubblica di Genova stanno uscendo, sembra per contrastare le navi francesi. Questo dettaglio non sembra in effetti molto realistico: le navi francesi sono davvero troppe per essere contestate da un numero così esiguo.
I francesi infatti annoverano una flotta di 150 imbarcazioni tra vascelli (14) , galee (20), galeotte (10), due brulotti (sono delle piccole navi senza equipaggio che venivano lanciate contro quelle nemiche, imbottite di esplosivi, vedi le immagini), 8 flutes, 27 tartane (piccole barche da pesca e da cabotaggio) e 70 imbarcazioni a remi.
é possibile che l’autore abbia voluto inserire le galee genovesi per mostrare in qualche modo un tentativo di contrasto a questa operazione? Può darsi.
Ma a che scenario storico fa riferimento questo dipinto?
Luigi XIV aveva deciso di bombardare dal mare la città di Genova per porre fine a una lunga “guerra fredda” dove Genova si opponeva alla Francia da da alcuni decenni rimarcando la propria indipendenza.
la Francia, mirava a un alleanza con Genova per espandersi in Mediterraneo, mentre Genova lavorava per ricostruire i rapporti con l’impero Ottomano.
In seguito al bombardamento, Genova già debole e in mano a un’aristorcrazia incapace di gestire e proporre nuove forme di governo, si arrenderà a trattare con la Francia di Re Sole dando l’inizio a una sottomissione che durerà quasi un secolo, fino alla Rivoluzione Francese.
E così si avvia l’ultimo secolo di vita della Repubblica. Si tratta di un periodo difficile. La repubblica aristocratica non è in grado di gestire il passaggio a nuove forme di governo e di riconoscere alla borghesia mercantile gli spazi di iniziativa necessaria. Poi vi è una debolezza economica, militare e nelle relazioni internazionali.
Le sue prerogative della città vengono costantemente calpestate: incapace di garantire un minimo di sicurezza a coste e traffici, è soggetta per tutto il secolo alla rapacità dei corsari del Mediterraneo.
Sui mari intanto, una vera e propria rivoluzione nautica è in atto: progressi scientifici cambiano radicalmente la figura professionale del comandante che diventa sempre più stratega. Anche le navi si trasformano: se leudi e galee fanno ancora parte integrante del paesaggio costiero e portuale, nuove imbarcazioni iniziano sporadicamente ad apparire e a gettare l’ancora nei porti liguri. In una età di crisi il livello della flotta pubblica è al minimo, ma è anche una stagione di navigazione dissimulata. Molte sono le navi genovesi, ma motivi di convenienza economica e di sicurezza le portano ad assumere bandiere di comodo.
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Fonte: Galata Museo del Mare