Gentile redazione,
con la presente segnaliamo gli ultimi due appuntamenti della rassegna della Fondazione Ordine degli Architetti di Genova “Big November 4 – Architectura et Media”.
Lunedì 10 dicembre, ore 17.45, Palazzo Ducale
Adam Caruso/ Caruso St. John Architects – L’architettura e il presente storico
Nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale si tiene l’incontro “L’architettura e il presente storico” che vede protagonista lo studio londinese Caruso S. John Architects, due volte vincitore del premio Stirling e menzione speciale all’ultima Biennale di Architettura di Venezia. L’evento è curato da Lorenzo Trompetto e si tiene in lingua inglese con traduzione consecutiva.
Nell’incontro, Adam Caruso racconta la sua idea di presente storico, di come anche le parti più antiche della città facciano parte della sua condizione contemporanea. Questo modo di pensare la storia mette a disposizione dell’architetto contemporaneo duemila anni di architettura, una gamma di scelte quasi intimidente, ma anche una fonte di enormi potenzialità. Caruso St John, da sempre, lavorano per un’architettura radicata al suo contesto. Lo studio resiste alla moda imperante degli involucri sottili, a favore di edifici che vanno percepiti con lentezza, nel tempo e che hanno un forte contenuto emotivo. Il loro lavoro è arricchito da un forte dialogo tra la città europea e la storia dell’architettura, dell’arte e della cultura in modo più ampio. Gli edifici sono opere d’arte che si legano all’ambiente costruito e abbracciano lo spazio “trovato”. Il contesto è il riferimento principe per immaginare le forme; ciò permette di evitare che sia la funzione a dettare l’architettura.
Mercoledì 11 dicembre, ore 17.45, Palazzo Ducale
Aldo Amoretti – “Tra realtà e immaginazione, architettura e fotografia”
Nella Sala del Munizioniere di Palazzo Ducale si tiene la conferenza “Tra realtà e immaginazione architettura e fotografia” con protagonista l’architetto e fotografo Aldo Amoretti. Si tratta dell’incontro finale della rassegna della Fondazione Ordine degli Architetti di Genova “Big November 4 – Architectura et media”, curato da Benedetto Besio.
Aldo Amoretti, sanremese, laureato in architettura a Milano nel ’92, ha lavorato come architetto fino al 2005, con Marco Calvi, ottenendo numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali per l’ampliamento del cimitero di Santo Stefano e del cimitero Armea di Sanremo. Tra i premi ricevuti per il lavoro di architetto si ricorda AR+D Emerging Architecture Award nel 2006 e nel 2003, il Prix PAI nel 2006, l’ Archdaily Building of the year 2006 e il Premio L.Cosenza nel 1996, 2002 e 2004. Nel 2005 inizia a lavorare come fotografo free-lance. Le sue fotografie sono state pubblicate dalle più importanti riviste come The Architectural Review, Detail, Abitare. Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia, alla Galerie d’Architecture a Parigi, al Bund Deutscher Architekten BDA a Stoccarda. Ha collaborato con diversi studi di architettura quali, fra gli altri, Peter Zumthor, BIG, Snøhetta, Dorte Mandrup, Josep Lluis Mateo, Auer Weber. Nel 2017 ha vinto il premio internazionale Architizer a+Award per le fotografie del Museo della Miniera di Zinco a Sauda in Norvegia, progettato da Peter Zumthor. Lavora tra Sanremo e Barcellona. «Per me la tecnica è solo il mezzo per trasformare le mie sensazioni in fotografie – spiega Amoretti – Ogni volta inizio studiando il progetto, leggendo testi e possibilmente incontrando l’architetto: così raccolgo le informazioni razionali, ma quando sono davanti all’edificio la concentrazione mi aiuta a capire ciò che non è misurabile o definito. Ogni costruzione può raccontare una storia: per se stessa, per il contesto, per la storia, per chi ci vive o altro ancora; e talvolta riesco a oltrepassare la struttura fisica per entrare nello spazio reale dell’architettura: lo spazio metafisico. Quando andai in Norvegia per fotografare il Museo della Miniera di Zinco, di Peter Zumthor, scelsi di andare in inverno, stando quattro giorni nei boschi, per percepire a fondo la storia e le estreme condizioni geografiche di quella remota miniera. Le successive scelte tecniche – luce, colore inquadrature – furono i mezzi per esprimere quello che avevo appreso».
Gli eventi sono a ingresso libero.
Con preghiera di diffusione.
Cordiali saluti.
Chiara Tasso