La manifestazione diretta da Consuelo Barilari e organizzata da Schegge di Mediterraneo – che ha avuto ora il Patrocinio della Camera dei Deputati e del Patrocinio di Rai Liguria si apre venerdì 16 ottobre (ore 17) al Teatro della Corte di Genova, con la consegna dei Premi Ipazia 2020.
L’artista e giornalista curda Zehra Dogan, perseguitata e incarcerata in Turchia, simbolo nel mondo della resistenza e della battaglia per i diritti, sarà consegnato il Premio Ipazia all’Eccellenza Femminile Sezione Internazionale. La scienziata Ilaria Capua riceverà il Premio Ipazia all’Eccellenza al Femminile Sezione Nazionale, mentre il Premio Lady Truck Raimondo Sirotti Imprese Eccellenti Femminili– con la consegna di un quadro del maestro ligure – andrà alla giornalista Carmen Lasorella, a cui sarà donata l’opera Senza Titolo 2013 del maestro ligure. All’evento parteciperanno la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti (in video), la scienziata Adriana Albini (Docente di Patologia Generale e Direttrice scientifica della Fondazione MultiMedica Onlus), il giornalista Stefano Bigazzi, Carla Olivar i(Presidente Associazione Amici del Museo Doria), Eugenio Palestrini (Presidente Museo Biblioteca dell’Attore), la storica dell’arte Giovanna Terminiello, le giornaliste Silvana Zanovello e Bettina Bush, Elettra Stamboulis (curatrice della mostra di Zehra Dogan “Avremo giorni migliori”), Alessandra Gagliano Candela (Accademia Ligustica Belle Arti), Linda Kaiser (Artribune), Virginia Monteverde (Art Commission), Arianna Cesarone e Maria Grazia Danieli (ANPI), Stella Acerno di Amnesty International. Ad accompagnare le premiazioni sarà il Coro 4 Canti, diretto dal Maestro Gianni Martini.
PROGRAMMA
Venerdì 16 ottobre ore 17.00 Genova__________________________________________________
Teatro della Corte/Teatro Nazionale
INAUGURAZIONE XVI edizione e kermesse di interventi, letture e spettacolo per la consegna dei PREMI IPAZIA 2020
Il Festival si aprirà con la giornata d’inaugurazione FATTORE D – DONNE NEL NUOVO RINASCIMENTO e la Cerimonia del PREMIO IPAZIA (5 sezioni) durante la quale si premieranno le 5 donne eccellenti scelte dalle 2 Commissioni d’Indirizzo del Premio Ipazia.
Parteciperanno ospiti internazionali, artisti, giornalisti che apriranno la strada ai temi che verranno affrontati nelle 7 giornate del programma 2020. Premiate PREMIO IPAZIA ALL’ECCELLENZA FEMMINILE NAZIONALE a ILARIA CAPUA, scienziata virologa; PREMIO IPAZIA ALL’ECCELLENZA FEMMINILE INTERNAZIONALE a ZEHRA DOĞAN artista curda perseguitata e incarcerata in Turchia simbolo nel mondo della Resistenza e della battaglia per i diritti delle donne curde.
Verrà consegnato inoltre il PREMIO LADY TRUCK RAIMONDO SIROTTI IMPRESE ECCELLENTI AL FEMMINILE A CARMEN LA SORELLA e i Premi dedicati ai Bandi del Festival per il Teatro e Performing Arts: Premio IPAZIA ALLA NUOVA DRAMMATURGIA e Premio IPAZIA ALLE PERFORMING ARTS.
Accanto alle premiate interverranno Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, la scienziata Adriana Albini (Docente di Patologia Generale e Direttrice scientifica della Fondazione MultiMedica Onlus), il giornalista Stefano Bigazzi, Carla Olivari (Presidente Associazione Amici del Museo Doria),Eugenio Palestrini (Presidente Museo Biblioteca dell’Attore), la storica dell’arte Giovanna Terminiello, le giornaliste Silvana Zanovello e Bettina Bush, Elettra Stamboulis (curatrice della mostra di Zehra Dogan “Avremo giorni migliori”),Alessandra Gagliano Candela (Accademia Ligustica Belle Arti), Linda Kaiser (Artribune), Virginia Monteverde (Art Commission), Arianna Cesarone e Maria Grazia Danieli (ANPI), Stella Acerno (Amnesty International).
Sabato 17 ottobre alle ore 17.00 Genova________________________________________________
Palazzo Ducale
LE RAGAZZE DI KOBANE
Introduce Antonella De Biasi, giornalista e scrittrice, autrice del libro CURDI
Con Zehra Doğan, artista curda perseguita da Erdogan simbolo nel mondo delle battaglie femministe delle donne curde, Ezel Alcu, attivista della resistenza del popolo curdo, Alessandra Ballerini, avvocata, Stella Acerno, Amnesty International.
L’incontro è una riflessione a partire dalla condizione delle donne curde sui diritti delle donne e la lotta per la libertà e un mondo migliore, dove l’ambiente e il rispetto per la natura, vanno di pari passo con la democrazia.
Le donne sono un simbolo della Resistenza curda che diventa anche battaglia politica in difesa dei diversi e degli oppressi e simbolo del femminismo nel mondo.
Dietro le alte mura di una prigione turca, dentro una soffocante cella con 40 persone ammassate, una minuta ragazza riesce a trovare lo spazio fisico e mentale per dipingere. La ventottenne Zehra Doğan, pittrice-giornalista e attivista per i diritti delle donne curde, non lo fa con gli strumenti canonici. Deve usare i lunghi capelli, le dita sottili e il proprio sangue per dipingere il terrore della popolazione curda di fronte alle devastazioni dell’artiglieria.
In occasione dell’incontro verrà esposta la mostra di opere realizzate dalle alunne dell’Istituto di Istruzione Superiore Paul Klee
Domenica 18 ottobre ore 17.00 Genova________________________________________________
Palazzo Ducale/Sala Letture e Conversazioni Scentifiche
IO LAVORO DA CASA… LE DONNE NELLO SMARTWORKING
Saranno presenti Sonia Sandei Head of Strategic Development Country Italia di Enel, Giovanna Badalassi, economista di genere, Cinzia Pennati, insegnante, blogger, Ulrike Sauerwald, resp. Ricerche e Knowledge management di Valore D,
Il dibattito sul futuro del lavoro per le donne nel tempo dell’emergenza Covid e nel futuro con lo smart working o telelavoro. Dalla sera alla mattina, siamo diventati smart worker, ma se per gli uomini questa imposizione si è trasformata in un’opportunità molto positiva, per una donna su tre, invece, lo smart working si è trasformato in “extreme working”. Confermando appieno che la responsabilità della cura famigliare continua a gravare in prevalenza sulle donne.
Appare dunque sempre più necessaria una rivoluzione culturale all’interno delle famiglie che ponga sullo stesso piano di importanza il lavoro del padre e quello della madre ancor più e definitivamente se adesso il lavoro lo si svolge a casa. La questione dello smart working pare dunque davvero cruciale e ci offre l’opportunità di aprire con la più stretta attualità il nostro festival per far emergere il punto nodale del tema FATTORE D. Probabilmente è da questa sfida e sul piatto dello smart working che ci giochiamo un’emancipazione femminile nel campo del lavoro.
Museo dell’Attore – Genova__________________________________________________________
FATTORE D. L’IMPORTANZA DEL TEATRO PER LE DONNE
Se il Teatro è già testimone di se stesso, se le sale Teatrali sono già passate nell’archeologia e nella pre-Storia del Teatro, FATTORE D pensa al Teatro collocandolo nel Museo dell’Attore. E si ricomincia come fosse l’inizio di una nuova era del Teatro. I testi e le drammaturgie al femminile in lettura e mise en éspace, usciranno dal Museo spinte dall’entusiasmo per prendere la forma ormai tipica del Teatro nel Nuovo Rinascimento: ovvero streaming in diretta sulle pagine fb e video proiettato in diretta in piazza su mega screen per tutti. Storie esemplari di donne narrate e interpretate da drammaturghe e grandi attrici che diventano Storia delle Donne attraverso il Teatro.
· 19 ottobre ore 17.00
ANIME SCALZE – Maram Al Masri tra parole e musica
Drammaturgia e traduzione di Danilo Macrì, poesie di Maram Al Masri.
Con Sara Bertelà – narrazione e voce e Elisabetta Mazzullo – voce e musica
Presentazione della mise en espace con Silvana Zanovello, critico teatrale. Collegamento da Parigi con l’autrice.
Anime Scalze è la voce di una donna che vive il suo stare al mondo con un vago senso di dolore e di chiusura. Una donna che ha trovato nelle poesie della poetessa siriana Maram Al-Masri, una via d’uscita al vicolo cieco della sua vita. In un’intervista di fine 2016 la stessa Al-Masri racconta che il suo lavoro di scrittura porta a “diventare l’altro, parlare di un cittadino ordinario che diventa straordinario grazie ai suoi sentimenti; questa è la virtù della poesia: trasformare i lettori in esseri straordinari”. La voce di questa donna che racconta si presenta come un’anima scalza, una delle tante, che arriva davanti alle poesie di Al-Masri come davanti a un talismano, un talismano che può salvare, e portare la vita in uno stato in cui ogni cosa, anche il dolore, promette di avere un senso. È una voce sempre sull’orlo di una metamorfosi: da ombra di un personaggio a personaggio in ombra, semplice voce di un’anima. Tra il suo racconto e le poesie che vengono dette si crea in qualche modo un effetto d’eco sottolineato in scena dal sovrapporsi e mescolarsi delle voci femminili. Ci sono gli echi della guerra. I legami spezzati. Poesie che ci parlano di una comune condizione umana, oriente o no, in cui eternamente c’è chi opprime e chi viene oppresso e ci vuol niente che si finisce in una vita senza luce. Ma c’è anche l’amore, in Al-Masri. E la voglia di vivere. Se c’è una cosa che lei sa fare bene, è farci vedere quanto era importante, quello che ci rubano, o ci hanno rubato. La poesia è “…la mia presa in carico della gioia e del dolore di tutti…” Anime scalze, Maram Al-Masri tra parole e musica è un viaggio nel tempo presente di un oriente di cui conosciamo quanto ci riportano le cronache degli ultimi anni; un presente arcaico, visto dalla nostra latitudine, i cui temi sono però universali: il dolore, ma anche la dignità e la volontà di resistere e vivere liberi, la gioia e persino l’umorismo. O il sogno.
· 20 ottobre ore 17.00
Viola Graziosi in I TESTAMENTI da Margaret Atwood, l’atteso seguito de Il racconto dell’ancella. Adattamento Loredana Lipperini, giornalista radiofonica e scrittrice. (Novità assoluta)
Introduzione dello spettacolo con SILVIA NEONATO.
Dopo aver ascoltato il racconto di Of-Fred, stavolta sono altre tre voci a narrare gli orrori di Gilead: le due figlie dell’ancella, ormai adolescenti, e la temibile zia Lydia, la carceriera e l’incubo di tutte le donne. Si è scelto di estrapolare dal romanzo soltanto la parte di zia Lydia e della giovane Agnes, perché molto ci fanno capire non soltanto sulla cancellazione di ogni diritto e sulla repressione di ogni ribellione, ma su come si può diventare oppressori dopo essere stati oppressi. E nel fondo di quella schiavitù, però, è possibile trovare speranza e coraggio. Perché l’amore è forte come la morte, dice Atwood. E, come scriveva Albert Camus ne La peste, “Rieux sapeva che un mondo senza amore era come un mondo morto e che viene sempre un’ora in cui ci si stanca delle prigioni, del lavoro e del coraggio, per domandare il viso di una creatura e un cuore che l’affetto riempie di stupore”.
21 ottobre ore 17.00 Sestri Levante____________________________________________________
Convento dell’Annunziata Sala Agave/Mediaterraneo Servizi
Presentazione del film TERRORISTE. ZEHRA E LE ALTRE (Italia 2019, 52’)
Con la partecipazione della regista Francesca Nava
Prodotto dallo Studio Creative Nomads e distribuito in Italia da Fandango, il documentario testimonia la repressione del governo turco di Erdoğan, attraverso le storie di tre donne impegnate ed influenti, tutte incarcerate per aver sostenuto le istanze del popolo curdo: “Tre modi bellissimi di essere donna e attivista – racconta Marica Casalinuovo, altro volto della compartecipata regia insieme a Marella Bombini e Vicky Chinaglia – donne che senza mai conoscersi stavano contemporaneamente lottando sugli stessi fronti con armi diverse: Zehra Doğan con la sua arte tra le bombe, il medico Şebnem Korur Fincanci, con le sue documentazioni, e la scrittrice Asli Erdoğan, voce della coscienza di un popolo”.
“Questo documentario è un piccolo miracolo e ne vado orgogliosa” – esordisce Francesca Nava – Zehra Doğan, donna simbolo della causa curda nel mondo, artista e giornalista, fondatrice dell’agenzia di stampa femminista curda Jinha (oggi Jin News), che ha scontato 2 anni, 9 mesi e 22 giorni di carcere per un quadro raffigurante le bandiere turche sulle macerie della città di Nusaybin (Turchia sud orientale). Nel docufilm ZEHRA si racconta attraverso la voce di KASIA SMUTNIAK. …Questo progetto l’ho accolto sin dalle prime righe… Ho provato immediata empatia con questo team di donne, quelle da raccontare e quelle che volevano raccontarle. C’è chi le storie le vive sulla propria pelle mettendo a repentaglio la vita, poi c’è chi rischia per divulgarle personalmente, economicamente, facendo viaggiare lettere proibite, come tanti anelli di una catena. Si dice che manchino i punti di riferimento oggigiorno ma non è vero, tutte queste donne lo sono, Zehra a maggior ragione è una donna di questi tempi, con cui è facile identificarsi, non devi per forza vivere le stesse atrocità per farti contagiare da quel coraggio per poi usarlo nella propria quotidianità.”
Museo dell’Attore – Genova__________________________________________________________
FATTORE D. L’IMPORTANZA DEL TEATRO PER LE DONNE
· 22 ottobre ore 18.00
VENERE E ALTRI DISASTRI Drammaturgia e interpretazione Duska Bisconti
Presentazione dello spettacolo con Caterina Barone, grecista
La rappresentazione teatrale della divinità simbolo dell’Amore e della bellezza. Il mito che prende forma umana, che entra nel nostro quotidiano per stimolarci afferrare la vita. Venere si veste delle sembianze di Duska Bisconti e attraverso esse dimostra la sua vitalità, il desiderio e la passione. Duska è una Venere dall’ inesauribile carica energetica, il mito in chiave ironica, irresistibile nella caratterizzazione delle divinità dell’Olimpo. Nella messinscena, le divinità maschili: Giove, Vulcano, Marte diventano un facile bersaglio per denunciare una certa vigliaccheria che le accomuna ai maschi contemporanei. Venere ci accompagna in un percorso originale attraverso il mito, dalla sua nascita in poi, ironizzando su se stessa, sulle sue origini, sulle sue gesta, sui suoi difetti. Mette a nudo le sue debolezze e viaggia tra gli umani con la sua anima custodita in un cestino, è diretta e divertente, crea una grande empatia con il pubblico. Ma in fondo rappresenta la sintesi delle mille sfaccettature che ogni donna è costretta a vivere: la sposa, l’amante, la madre della vita, l’impulso naturale.
· 23 ottobre ore 17.00
Gaia Aprea in NEILL KIMBALL. MEMORIE DI UNA MAITRESSE AMERICANA
Presentazione dello spettacolo con Massimo Bacigalupo, americanista
Il racconto in prima persona della vita di Neill Kimball, nata nel 1854 in un “podere di sassi” nell’Illinois e morta in Florida nel 1934. Cominciò la sua carriera a 15 anni in un bordello di Saint Luis e la concluse come tenutaria di case di lusso.
Le sue memorie affidate nel 1932 allo scrittore Stephen Longstreet furono regolarmente rifiutate dagli editori per la loro franchezza e la crudezza del linguaggio. Vennero pubblicate solo a distanza di quarant’anni.
La voce intensa ed insolente di Neill, dal timbro un po’ roco, velata di dolcezza e brutalità, viene dal ventre dell’America e da una verità che ai tempi narrati dal libro ed anche molto dopo, nessuno poteva manifestare, se non in privato.
Per la prima volta in una versione destinata al teatro, attraverso squarci di racconto percorreremo con lei tutta la sua vita.
Giornata conclusiva della XVI edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile
Sabato 24 ottobre ore 17.00 Sestri Levante______________________________________________
Convento dell’Annunziata Sala Agave/Mediaterraneo Servizi
Saluto Valentina Ghio , Sindaca Comune di Sestri Levante.
Proiezione del film MI SONO INNAMORATO DI PIPPA BACCA (Italia 2019, 76’)
Regia di Simone Manetti
Presentazione del film con il regista, la famiglia dell’artista Pippa Bacca, il Comitato d’indirizzo del PREMIO IPAZIA PER LE PERFORMING ARTS. Conduce Bettina Bush, giornalista La Repubblica
Nei primi giorni di un banale Aprile del 2008 irrompe nei telegiornali nazionali una notizia: “Il corpo di una giovane donna è stato trovato senza vita a pochi km da Istanbul”. Violentata e strangolata. Indossava un abito nuziale. Faceva l’autostop. Ma non era una sposa. Era un’artista. Il suo nome era Pippa Bacca, pseudonimo di Giuseppina Pasqualino di Marineo, performer milanese che proprio nel corso di una di queste esibizioni live fu brutalmente uccisa il 31 marzo a Gebze, a sud-est di Istanbul, da un conducente che l’aveva presa a bordo, poi identificato nella persona di Murat Karataş e condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione turca. Ma riavvolgiamo il nastro della cronaca per capire come si è arrivati a questo drammatico epilogo. Il calendario segna l’8 marzo del 2008 quando Pippa Bacca e Silvia Moro partono da Milano per Gerusalemme. Due artiste in abito da sposa, in viaggio per celebrare il matrimonio tra i popoli, raccontare la pace, l’incontro e la fiducia negli uomini. E per dimostrare che, dando fiducia al prossimo, si riceve solo bene. Un viaggio in autostop attraverso i Paesi sconvolti dalle guerre. Un progetto complesso, con le artiste in scena 24 ore su 24, nei loro abiti nuziali. Una performance portatrice di un messaggio di pace, che fu interrotta 23 giorni dopo il suo inizio in modo tragico e straziante. Sono innamorato di Pippa Bacca: un’opera che accarezza le corde del cuore per reciderle negli ultimi toccanti minuti. Il Festival dell’Eccellenza al Femminile nel 2009 aveva dedicato la V edizione del Festival a questa donne artista, nel 2020 PIPPA BACCA è testimonial del Premio IPAZIA ALLE PERFORMING ARTS a lei dedicato.
Prenotazioni al link
INFO
Festival dell’Eccellenza al Femminile – Schegge di Mediterraneo
Via Ponte Calvi 6/1d, 16124 Genova – Tel. 010 6048277 – Mob 347 4189359
scheggedimediterraneo@fastwebnet.it
segreteria@eccellenzalfemminile.it
Zehra Doğan è un’artista e giornalista curda con cittadinanza turca. Nata a Diyarbakır (1989), sulle sponde del fiume Tigri nel sudest della Turchia, si è diplomata in Arte e Design all’Università Dicle, che ha sede nella sua città d’origine. È tra le fondatrici dell’agenzia stampa JINHA, la prima composta interamente da donne, chiusa per decreto in seguito alle leggi speciali del 2016 emanate dal governo turco. Grazie al suo lavoro da giornalista sul campo, nel 2015 le è stato attribuito il premio Metin Göktepe, intitolato al giornalista morto dopo essere stato torturato nel 1996 dalla polizia. Il premio è assegnato a giornalisti che «difendono l’integrità della professione resistendo alle pressioni e agli ostacoli ». Nel caso di Zehra, le è stato conferito per aver portato alla luce la storia delle donne Yazide, la minoranza considerata eretica da Daesh nel nord dell’Iraq e che ha subito l’eliminazione fisica, la riduzione alla schiavitù, la vendita di donne e bambini al mercato dei corpi internazionale, da parte dell’autoproclamato Califfato.
Il 21 luglio 2016 viene arrestata e imprigionata per più di 4 mesi in attesa di giudizio per un disegno ed alcuni articoli scritti durante il conflitto a Nusaybin. L’assedio militare della città turca, a maggioranza curda (era presente fino al 2016 una piccola minoranza assira, ora è rimasta un’unica famiglia), era stato precluso ai giornalisti : nel marzo 2017 un report dell’ONU è stato stilato sulla base delle immagini da satellite. Secondo questo rapporto, tra i 355.000 e 500.000 abitanti sono dovuti fuggire dall’area e il 70 % degli edifici è stato raso al suolo. Il numero dei morti e feriti è imprecisato. In quel periodo Doğan decide di seguire direttamente le vicende per poterle in qualche modo raccontare, ma firma così la sua sentenza. Liberata nel dicembre 2016, viene sottoposta a processo il 23 febbraio 2017: viene definitivamente condannata a 2 anni e 9 mesi di prigione. Dal 12 giugno 2017 è detenuta nella prigione femminile di Amed fino al trasferimento forzato a quella di massima sicurezza di Tarso. È stata liberata il 24 febbraio 2019. Da marzo 2019 è residente a Londra, invitata da English PEN.
Durante la sua incarcerazione, l’artista cinese Ai Weiwei, il PEN club internazionale e Amnesty International hanno sostenuto una campagna internazionale per la liberazione dell’artista come prigioniera d’opinione ingiustamente incarcerata. L’artista Banksy le ha dedicato un immenso muro, il Bowery Wall, a New York.
Nel novembre 2017, l’associazione svizzera Frei Denken le ha assegnato il Freethinker Prize, insieme alla giornalista persiana Masih Alinejad e a maggio 2018 la Deutscher Journalisten Verband (l’ordine dei giornalisti tedesco) le ha riconosciuto il premio “Spring of Press Freedom”: in entrambi i casi non li ha potuti ritirare perché ancora in carcere.
Le viene consegnato a Londra nell’aprile 2019 il premio Index on Censorship Freedom of Expression per la sua opera artistica. A maggio 2019 la Tate Modern ha ospitato una sua installazione: in quella occasione l’artista ha dichiarato che pur riconoscendo l’importanza che le sue opere venissero esposte nel museo inglese, il suo desiderio principale è poterlo fare nella sua terra d’origine, cosa al momento impossibile.
L’11 ottobre 2019 ha ricevuto il premio della Fondazione May Chidiac a Beirut “Exceptional Courage in Journalism Award”. Esce a novembre 2019 il libro «Avremo anche giorni migliori» (Nous aurons aussi de beaux jours) per l’Edition de Femmes in Francia, a cui si ispira il titolo della mostra di Brescia che ha inaugurato il 16 novembre 2019 al Museo di Santa Giulia.
«Avremo anche giorni migliori» è la prima personale dell’artista, a cura di Elettra Stamboulis, con impianto curatoriale: ospitata grazie al sostegno di Fondazione Brescia Museo e del Comune di Brescia a Santa Giulia, ha presentato con grande successo di critica e pubblica il lavoro artistico realizzato in prigione e anche alcune opere realizzate a Londra al pubblico italiano. Alla mostra è abbinato un catalogo edito da Skirà.
A luglio 2020 realizza due performance speciali nell’ambito del Concerto dell’amicizia diretto dal maestro Riccardo Muti prima a Ravenna e poi a Paestum, quest’ultima ripresa dalla RAI.
A settembre 2020 è presente alla Biennale di Berlino con The Hidden Drawing; si tratta di 103 pagine disegnate su carta da lettere riciclata durante la prigionia e che costituiscono l’avvio del Graphic Novel che verrà pubblicato a marzo 2021 in Francia e in Italia.
Sempre nello stesso mese presenta la sua prima personale realizzata appositamente per la Prometeo Gallery a Milano dal titolo Beyond. Partecipa inoltre a numerose tavole rotonde e iniziative internazionali come il Peace Forum a Basilea a gennaio 2020.
Una sua opera è parte della collezione permanente del PART di Rimini della Collezione San Patrignano.
Vive nomade in Europa in attesa di giorni migliori.
A cura di Elettra Stamboulis
Ufficio stampa
Marzia Spanu