Notizie metropolitane Genova: A Roccatagliata riaffiorano storia e vestigia del Castello (video di Tabloid)
Viaggio per immagini nel parco archeologico che ha riportato in luce importanti resti dell’antico castello del XII secolo, poi distrutto dagli Sforza nel 1477.
Vani scavati nella roccia viva e pavimentati, frammenti di intonaci e ceramiche, tratti consistenti delle fondazioni delle mura di cinta, sistemi per l’acqua. Sono notevoli e preziosi i reperti dell’antica fortezza di Roccatagliata, nel Comune di Neirone, riemersi da recenti e accurate campagne di scavi e ricerche archeologiche.
Il castello controllava la zona strategica sulla via del Passo del Portello che conduceva dall’area padana a quella ligure. Nel XII secolo era percorsa da molte le carovane di mercanti che trasportavano con i muli viveri, spezie e tessuti, sotto la vigilanza strategica di un maniero che dominava la valle con funzioni militari e riscossione di dazi. Le prime notizie certe sulla fortezza risalgono al 1173, contesa fra l’arcivescovo di Genova, Siro, e Rolando Avvocato, della famiglia di origine viscontile curatrice per secoli dei beni della curia milanese che manteneva possesso su parti della diocesi ligure, nelle pievi di Recco, Camogli, Rapallo e in quella di Uscio che comprendeva Neirone, nel cui territorio c’è Roccatagliata. Dagli Advocati il castello fu venduta ai Doria nel 1259 e poi nel 1273 passò ai Fieschi.
In origine la fortezza di Roccatagliata, su una rupe imprendibile, era una semplice rocca intagliata nella roccia viva. “Sembra che qui ci fosse una cava – dice il sindaco di Neirone Stefano Sudermania – poi l’intaglio è stato utilizzato per realizzarvi la struttura difensiva ed è diventato un castello all’epoca dei Fieschi, come testimonia anche il pavimento in cocciopesto riportato in luce e datato con il carbonio 14 fra la metà del ‘200 e il 1350, in pieno periodo fliscano.”
Nel ‘400 la fortezza di Roccatagliata fu coinvolta nei conflitti fra Genova e Milano, interessata a uno sbocco sul mare e, conquistata dagli Sforza, fu distrutta nel 1477. Sul castello si è molto scritto e tramandato nei secoli, ma su quella rupe impervia non c’era più alcuna traccia visibile della rocca. Fino a pochi anni fa, quando il Comune di Neirone ha dato impulso a scavi e ricerche archeologiche.
“Con i mezzi e le tecniche moderne – dice Sudermania – per demolire completamente un edificio e raderlo al suolo oggi bastano pochi giorni, ma attorno al ‘500 la situazione era completamente diversa ed era estremamente difficile e improbabile che la distruzione non avesse lasciato segni. Per questo ci siamo messi a cercarli e i fatti ci hanno dato ragione”.
Così fra il 2011 e il 2013 Neirone, con 150.000 euro di fondi europei stanziati dalla Regione Liguria e un cofinanziamento comunale di 30.000, ha attuato con la Soprintendenza campagne di scavi e recupero da cui sono emersi resti molto significativi delle antiche strutture del castello.
“Abbiamo trovato anche intonaci veri e propri ed evidenze di pietre sistemate in orizzontale, legate con calce, che le datazioni con il carbonio 14 fanno risalire al periodo fliscano e sono con assoluta certezza i residui delle mura perimetrali del castello”.
La parte inferiore del setto murario, formata da blocchi disposti in orizzontale corrisponde alle fondazioni delle antiche mura di cinta erette alla fine del ‘200, mentre la parte superiore, con pietre lamellari in verticale è stata realizzata dopo la distruzione del maniero di Roccatagliata. “Gli abitanti – spiega il sindaco di Neirone – avevano bisogno di appezzamenti di terreno per le coltivazioni e si vede chiaramente come siano state sistemate queste pietre in verticale, alla ligure, per formare fasce agricole.”
I reperti emersi dagli scavi ora formano un parco archeologico e storico sulla rupe di Roccatagliata, illustrato da pannelli esplicativi e raggiungibile da un sentiero attrezzato che risale il bosco. Del sito fa parte anche una cisterna per l’acqua con volta a botte, plurisecolare, ma posteriore alla demolizione del castello, come risulta dagli esami con il carbonio 14.
“La datazione intorno al 1600 – dice Sudermania – è confermata anche dalle piccole stalattiti sotto la volta, prodotte dal carbonato di calcio filtrato attraverso la roccia, lunghe circa 4 centimetri. Il sistema con la cisterna del XVII secolo fa pensare che venisse utilizzata dagli abitanti di Roccatagliata l’acqua un tempo utilizzata per il castello.”
Fonte: Notizie Metropolitane Genova