A SCUOLA DI MONITORAGGIO CETACEI CON “DOLPHINS WITHOUT BORDERS”
Mercoledì 13 marzo, dalle ore 9 alle ore 14 all’Acquario di Genova
Mercoledì 13 marzo nella sala Nautilus dell’Acquario di Genova si svolgerà un seminario sui Cetacei del Santuario Pelagos organizzato nell’ambito del progetto di ricerca “Dolphins without borders”.
Il seminario, condotto da Sabina Airoldi, Istituto Tethys, e Guido Gnone, Fondazione Acquario di Genova Onlus, è rivolto a tutti gli operatori del mare e ha l’obiettivo di fornire informazioni di base per il monitoraggio dei Cetacei, con particolare riferimento al tursiope, un delfino dalle abitudini costiere che condivide il suo habitat elettivo con l’uomo.
“Dolphins without borders” è un progetto per lo studio e la conservazione del tursiope all’interno del Santuario Pelagos, finanziato dall’Accordo per il Santuario Pelagos e dalla Fondazione Albert II, Principe di Monaco. Coinvolge diversi partner: Istituto Tethys, GIS3M, Fondazione Acquario di Genova Onlus, CE.TU.S. e Università di Sassari/SEA ME Sardinia. Per maggiori informazioni www.dolphinswithoutborders.net.
Il seminario inizia alle ore 9 e prevede una prima parte relativa alla presentazione del progetto Dolphins without borders, al ruolo della Guardia Costiera nella protezione ambientale, al Santuario Pelagos e ai Cetacei che lo abitano.
La seconda parte sarà focalizzata sul tursiope (Tursiops truncatus) con particolare riferimento alla biologia ed ecologia della specie, alle problematiche di conservazione a livello Mediterraneo e del Santuario fino all’approfondimento sugli studi in corso all’interno di questa Area Marina Protetta.
Seguirà quindi una terza sessione più pratica sulle tecniche di monitoraggio e foto-identificazione utilizzate dai ricercatori per individuare gli animali, studiarne i comportamenti e le abitudini, monitorarne lo stato di salute e stimarne l’abbondanza. Verrà inoltre affrontato il tema del coinvolgimento dei diversi stakeholder del mare e dell’importanza di fare rete e creare sinergie.
Nel corso della mattinata verrà inoltre presentata la piattaforma www.intercet.it ideata e sviluppata dalla Fondazione Acquario di Genova Onlus per Regione Liguria all’interno del progetto GIONHA, dove ormai da anni vengono condivisi i dati di avvistamento e foto-identificazione di numerosi enti di ricerca che svolgono progetti sui Cetacei nel bacino del Mediterraneo.
Il seminario si concluderà con il coinvolgimento dei partecipanti e una tavola rotonda, con l’obiettivo di individuare possibili sinergie tra gli enti coinvolti per favorire una gestione corretta e sostenibile del patrimonio naturale.
Il Santuario Pelagos
Il Santuario Pelagos è un’area marina protetta di circa 90.000 km2, creata nel 2001 grazie a un accordo tra Francia, Italia e Principato di Monaco. La particolare conformazione idrografica e le condizioni climatiche del Santuario favoriscono una concentrazione notevole di nutrienti nelle acque superficiali; questo fenomeno innesca una ricca catena trofica che fornisce cibo in abbondanza anche a piccoli e grandi Cetacei.
Nelle acque del Santuario le attività umane sono regolamentate al fine di tutelare i Cetacei e il loro ambiente di vita.
Il tursiope (Tursiops truncatus)
Il tursiope è un delfino dalla corporatura robusta, rostro tozzo ma ben evidente, colorazione grigio perla, sfumata, più scura sul dorso, quasi bianca sul ventre. Il maschio ha dimensioni leggermente superiori alla femmina.
Vive in tutti i mari temperati del mondo, fatta eccezione per le acque polari e subpolari. Nel Mediterraneo si ritrova soprattutto lungo la costa, dove si nutre cacciando pesci e cefalopodi, in genere entro i 100 metri di profondità. È una specie fortemente sociale e forma gruppi di piccole e medie dimensioni.
Questa specie ha visto il suo habitat cambiare profondamente nel corso dell’ultimo secolo a causa del forte sviluppo delle attività umane.
La fotoidentificazione
I ricercatori si muovono in mare armati di binocoli, macchine fotografiche con teleobiettivo, idrofono, GPS.
Quando avvistano un gruppo di delfini segnano la posizione geografica esatta, la specie, il numero di individui e scattano molte fotografie. Queste permettono di distinguere un individuo dall’altro, grazie ai “segni particolari” presenti soprattutto sulla pinna dorsale.
Le immagini utili alla “foto-identificazione” vanno ad arricchire un catalogo che consente di stimare il numero di animali presenti nell’area e seguire i loro spostamenti.
Ufficio stampa
Fondazione Acquario di Genova Onlus