Sabato 25 maggio 2019 – ore 21.00
Biglietti € 20 Settore unico (Under 30 € 10 – Under 18 € 7)
Spettacolo fuori abbonamento in collaborazione con la GOG
MARIA MATER
Ensemble Chiaroscuro
Musiche di Stradella, Cima, Rigatti, Legrenzi, Monteverdi, Riccio, Vinaccesi e Scarlatti
L’Ensemble Chiaroscuro presenta in questa occasione un nuovo programma in cui si riuniscono cantanti e strumentisti di raffinata formazione: Fabrizio Haim Cipriani (violino e direzione), Elisa Franzetti (soprano), Paola Cialdella (mezzosoprano), Antonio Fantinuoli (violoncello), Sirio Restani (organo), Ugo Nastrucci (tiorba). L’ensemble è stato fondato da Fabrizio H. Cipriani e Antonio Fantinuoli dopo una collaborazione pluridecennale. Il gruppo riunisce artisti con particolari affinità artistiche e umane, che da sempre si producono nelle sale di tutto il mondo con prestigiose formazioni internazionali tra cui Europa Galante, Il Giardino Armonico, Hesperion XX. L’Ensemble ha registrato due cd: “Baroque Enchantements e Cello Tales” per l’etichetta Concerto Classics, e nell’ambito del repertorio vocale ha presentato programmi dedicati a repertori del Seicento, tra cui uno incentrato sull’opera di Salomone Rossi.
Il programma del concerto Maria Mater è un florilegio di opere vocali e strumentali che bene incarnano la ricchezza e la combinazione inscindibile di sacro e profano, in una epoca in cui gli affetti attraversano le composizioni definendo uno stile unico, in cui non si tracciano confini e in cui la voce e gli strumenti pronunciano le stesse parole, da cui scaturiscono eloqui drammatici densi di umanità. In questo tempo che segue il Concilio, il tema mariano in particolare trova espressione in antifone e mottetti di forte lirismo, tra recitati e voci in dialoghi concertanti, declamati e atmosfere alla volta eteree ed enfatiche, soavi e infiammate di melismi.
Monteverdi è fulcro imprescindibile intorno a cui si muove la musica questo stil moderno, la scrittura arriva alla sintesi e sublimazione dei modelli tardo rinascimentali, gli strumenti partecipano alla restituzione dei versi in cui l’armonia non è signora ma serva dell’oratione. Polifonia o monodia, con o senza strumenti, si esprimono secondo un linguaggio proprio del dramma, esaltando i simboli ed i moti affettuosi delle parole. Con uno stile fiorito e ricco di virtuosismo, in linea di continuità con l’estetica e la poetica di Monteverdi, anche Rigatti, che fu anche cantante, autore di un importante corpus di composizioni per voci e strumenti tra cui i magnifici Mottetti, ancora poco eseguiti, intride i suoi lavori di una dimensione scenica e di colori sfavillanti. Sempre a Venezia incontriamo l’opera di Legrenzi, punto di riferimento essenziale della scuola strumentale fra Gabrieli e Vivaldi, maestro di cappella in S. Marco. Poco conosciuto dal grande pubblico, Legrenzi fu uno dei musicisti più famosi d’Europa, del quale anche Vivaldi e Bach utilizzarono temi e materiale musicale nelle loro opere. In questa epoca di grande creatività e felicità di invenzione, anche lo strumento solista si sostituisce alla voce, e in assenza di testo, fantasia e astrazione guidano la scrittura. Come nelle sonate di Cima, uno dei primi autori ad avere utilizzato il violino come strumento solista, e il primo compositore in assoluto ad aver pubblicato delle sonate in trio. Attivo dapprima a Roma, poi a Venezia da cui fugge per Torino e poi Genova, dove trova la morte per mano di sicari – forse su mandato del nobile Giovan Battista Lomellini – Stradella fu uno dei più grandi e prolifici compositori del medio periodo barocco. Nella sonata in programma, così come in quelle di Cima, spicca la particolarità dell’uso del basso nel ruolo di strumento concertante insieme al violino, aspetto non comune laddove questo tipo di strumenti si limitava generalmente ad eseguire il basso continuo, ossia il sostegno armonico e ritmico del solista. A sua volta autore di svariate composizioni sacre e per il teatro ritroviamo in Vinaccesi i tratti di questa generazione di musicisti e una sintesi tra eredità madrigalistica e retorica barocca.
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