Museo Galata: Com’è fatto il sottomarino Nazario Sauro – il Battello
Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto le principali caratteristiche tecniche del Sauro, e qui abbiamo scoperto la differenza tra sommergibile e sottomarino, scoprendo qualcosa anche sulla storia di questo battello. Ora vediamo nel dettaglio come sono disposti gli ambienti nel sottomarino. In un’ultima puntata, vedremo quali spazi sono dedicati all’equipaggio e parleremo della vita di bordo.
Lo scafo e la suddivisione dei locali
Il Nazario Sauro ha lo scafo in acciaio HY80 ed è suddiviso in 2 compartimenti stagni, in cui sono ricavati i vari locali di bordo.
Locale Quadri Elettrici
Il battello ha un impianto snorkel che permette a quota periscopica di aspirare aria, consentendo ai motori diesel di ricaricare le batterie. Perché?
Il Nazario Sauro è un sottomarino a propulsione diesel elettrica. È chiamato convenzionale per distinguerlo da quelli nucleari. Questo significa che, a bordo, ci sono due fonti di energia che alimentano il propulsore. Una di queste fonti è costituita dai motori diesel. I motori diesel che ricaricano le batterie hanno bisogno di aria per poter bruciare.
Motore Elettrico di Propulsione
Il motore elettrico di propusione, situato nei locali successivi, è molto potente e può spingere il sottomarino fino alla velocità, in immersione, di 20 nodi, cioè 37 chilometri all’ora. Le batterie funzionano come un grande accumulatore di energia. Il sommergibile, prima di partire per una missione, ricarica le sue batterie allo stesso modo di una vettura elettrica. Quindi, nella navigazione in superficie, i motori diesel, funzionando da motogeneratori, continueranno a tenere sottocarica le batterie e, contemporaneamente a mandare energia al M.E.P. Poi, nel momento in cui il sottomarino lascia la superficie, i tecnici di macchina, fermano i diesel e i motori elettrici attingono energia dalle sole batterie.
Locale Compressori
I compressori riempiono le grandi bombole di aria compressa poste in vari punti del battello. Senza l’aria compressa all’interno delle casse zavorra il battello non si alleggerirebbe e non potrebbe tornare in superficie.
Locale Motori Termici
Il rumore è molto forte e il calore che questi motori sviluppano durante la navigazione arriva fino a 50°. Il locale è percorso da tubi in ogni direzione: questi conducono olio, combustibile e acqua. I motori diesel, sono posizionati sopra sospensioni elastiche. Queste sospensioni hanno una doppia ragione: ammortizzano l’emissione dei rumori prodotti dentro lo scafo e neutralizzano le conseguenze della “pressione idrostatica”. La pressione dell’acqua comprime lo scafo: un centimetro ogni cento metri di profondità!
Snorkel
E’ un lungo tubo d’acciaio che tubo permette al battello di rifornirsi d’aria, tenendo in moto i motori diesel, e ricaricare le batterie prima di tornare a “quota profonda”. La parte più particolare dello “snorkel” è la sua testa: non si tratta infatti di un semplice tubo, ma di una struttura meccanica complessa che si muove in continuazione per rimanere a pelo d’acqua, seguendo il profilo delle onde, facendo passare soltanto l’aria.
La Camera di Manovra
E’ la a centrale dove vengono concepite e ordinate tutte le operazioni. I periscopi permettono di vedere la superficie restando immersi. Un tempo i periscopi erano essenziali per poter guidare un attacco: oggi, con il miglioramento delle tecniche antisommergibili, essere a quota periscopica rappresenta un grande pericolo, perciò si tende a farne a meno e restare discreti cioè con navigazione a quota profonda il più possibile, visto che con i moderni sensori è possibile ricostruire la situazione in superficie con buona attendibilità.
Camera di Manovra – Timoneria
Non si ha modo di vedere fuori dal battello, in compenso al timoniere arrivano tutte le informazioni necessarie: profondità, velocità, inclinazione dei timoni, apertura e chiusura delle casse zavorra.
Camera di Manovra – SACTIS
É una consolle con un doppio display, simile agli schermi radar, dove arrivano: la rotta e la velocità del battello, le linee di costa rispetto al battello e i “bersagli”, cioè tutti gli oggetti in movimento (navi, aerei, altri sommergibili)
rilevati dai sistemi di bordo. Il sottomarino è dotato di sistemi “attivi” – come il RADAR, il SONAR e altri sistemi di ricerca – e passivi, come gli idrofoni che permettono una discrezione totale perché il battello è solamente in ascolto, mentre quelli attivi, inviando un segnale in attesa di risposta, segnala la presenza del sottomarino.
Camera di Manovra – Fire Control System
É la stazione che comanda i siluri, la loro velocità e profondità. Questi siluri sono filoguidati, cioè hanno una bobina di filo elettrico sottilissimo (che raggiunge le 20 miglia di lunghezza) e con la quale è possibile dirigere l’ordigno fino all’impatto.
Vela
É chiamata vela la torretta del sommergibile. Si tratta di una camera stagna che viene allagata: da qui si può uscire per una missione o evacuare il sottomarino in caso di pericolo.
Locale Ascolto SONAR
Situato nel punto più fondo del battello, è un punto nevralgico. Qui due operatori esperti ascoltano. Il SONAR, lavora soprattutto nella modalità passiva e se necessario in quella attiva. Idrofoni in modalità passiva. Con l’aiuto del calcolatore, e con l’esperienza degli operatori, si è in grado di capire se l’oggetto ascoltato è una nave, un peschereccio, o un altro sottomarino, in quanto ogni mezzo, in mare, è contraddistinto da una sua traccia sonora.
Camera di Lancio
Sei grossi cilindri orizzontali, chiusi da portelli bianchi: sono i tubi lancia siluri. A bordo del Sauro vi erano 12 siluri A-184 a propulsione elettrica, filoguidati e a testa autocercante nell’ultima fase. Sei piazzati direttamente nei tubi, altri sei di scorta, collocati su strutture chiamate “selle”. Lunghi 5 metri con carica esplosiva di 250 chili di tritolo ad alto potenziale, cioè tre tonnellate di esplosivo in totale.
Rispetto agli ordigni di 150 anni fa, le forme esterne non sono molto cambiate: è cambiata l’affidabilità. Oggi gli organi direzionali possono condurre il siluro per oltre 20 miglia rimanendo occulti.
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Fonte: Galata Museo del Mare