Dopo la circumnavigazione in solitaria, Marco Rossato punta all’Atlantico.
Quali sviluppi per il progetto TRI sail4all
Marco Rossato, il primo velista paraplegico a circumnavigare il periplo italiano in barca a vela in solitaria, non si è risparmiato nemmeno alla fine del lungo viaggio che lo ha visto in mare per ben 5 mesi (Marco era partito il 22 aprile dall’Arsenale di Venezia): “Questo viaggio mi ha dato grande fiducia e voglia di fare – ha raccontato al suo arrivo al 58° Salone Nautico – è stato tutto di bolina che non è l’andatura migliore per un trimarano, ma in barca mi muovo bene e adesso mi sento pronto per affrontare l’Atlantico in solitaria, anzi credo partendo nel periodo dell’anno giusto sarà anche più facile”.
Dal 21 al 24 settembre, il velista vicentino ed il suo inseparabile cane Muttley sono stati, infatti, i protagonisti di quattro bellissimi eventi tutti incentrati sui macro obiettivi del progetto TRI sail4all, supportato tra gli altri da realtà importanti come B. Braun, e promosso dall’ASD “I Timonieri Sbandati”:
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rilevare e verificare l’accessibilità dei porti italiani;
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diffondere i principi della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità;
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lottare per una patente nautica uguale per tutti dove non ci siano restrizioni e limiti;
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sensibilizzare – soprattutto gli alunni delle scuole – sul tema dell’inquinamento del mare, in particolar modo sulla plastica sommersa, problema serio che sta affliggendo mari e oceani creando delle vere e proprie emergenze e devastazioni.
Il 21 sera Marco, ospite di Chioggiavela, ha intrattenuto il pubblico all’Auditorium San Nicolò di Chioggia dove insieme a Dario Malgarise, Enrico Zennaro, Andrea Mura, Berti Bruss, Alberto Bolzan, Silvia Zennaro e Matteo Miceli non ha parlato soltanto di avventura e ambiente, ma di disabilità, sostenibilità e di adeguatezza delle strutture portuali anticipando anche qualche emozionante aneddoto riservato agli eventi interni al Salone nautico.
Tra gli sponsor di grande supporto al progetto anche la Johnson srl, la più antica fabbrica di medaglie italiana (attiva dal 1836), che da subito ha creduto in Marco e in TRI sail4all. Al Teatro del Mare, a Genova, Giovanna Saleri ha consegnato il Trofeo Johnson “Usque ad finem” per questa impresa portata a termine insieme.
L’ingresso del 22 a Genova è stato davvero un momento storico. Accolto con molto calore, da più parti sono arrivati i complimenti per l’impresa compiuta e molte domande relative sia a questa parte del viaggio in solitaria che al prosieguo del progetto TRI che, come Marco ed il suo staff hanno sottolineano, si svilupperà nell’arco di tre anni. Infatti dopo questi primi mesi sul mare, Marco visiterà, spostandosi con un camper attrezzato in base alle sue esigenze, quelle sezioni della Lega Navale Italiana che non hanno una sede nautica. Ma non solo: con il suo team raggiungerà anche le scuole elementari, medie e superiori, i centri di riabilitazione, le Istituzioni e i Circoli velici, insomma tutte quelle realtà presenti sul territorio ma che non si affacciano sull’acqua.
“Siamo tutti molto emozionati” ha commentato Mauro Rossi Espagnet, Direttore della Divisione OPM di B. Braun. “Abbiamo seguito Marco sin dall’inizio e l’arrivo finale a Genova ci ha reso orgogliosi di aver partecipato a questa impresa davvero grande. Siamo convinti che il suo messaggio sia forte e dimostri ciò in cui crediamo: che uno sport come la vela sia un aiuto concreto per superare barriere fisiche ed emozionali per chi è disabile ed è un’attività da sostenere”.
Nel 2019 è poi prevista una seconda parte del progetto via mare: a bordo di una nuova barca “accessibile, veloce, leggera e modulabile con uno spirito Green” (Magma 42 di cui ha parlato al Salone di Genova), Marco percorrerà tutta la costa ovest Italiana da Genova a Reggio Calabria e farà la circumnavigazione di Sardegna e Sicilia. In questo caso, però, l’equipaggio sarà formato da persone con disabilità motorie, sensoriale e/o cognitive. L’idea è di dimostrare al mondo che, in barca, i disabili possono essere parte attiva di un equipaggio e non semplici “trasportati”.
Dal bisogno di regalare una speranza e tanti sorrisi soprattutto ai più piccoli è nato l’incontro, unico nel suo genere, tra Marco e Muttley e le bambine ed i bambini ricoverati all’Ospedale Gaslini (Istituto che sta organizzando un approccio “Pet Therapy”). Il 24 settembre è stata una mattina carica di emozioni commoventi per il nostro skipper già proiettato al nuovo grande sogno: la traversata atlantica. Marco, accolto dal dott. Stefano Castagnola responsabile relazioni e comunicazione, dalla dott.ssa Maura Maccio ufficio stampa Gaslini, dalla sig.ra Trucco Daniela caposala ospedale di giorno, dalla dott.ssa Beatrice Chiozza medico della direzione sanitaria, ha infatti voluto raccontare la sua storia ricca di momenti di gioia ma anche di situazioni difficili, di esempi concreti da seguire e di parole forti sul perché non bisogna mai arrendersi.
“Non esiste muro che non si possa abbattere – ha raccontato con un sorriso – Bisogna lavorare sodo specie nei momenti difficili perché le cose migliorano e anche tanto. Nulla vi vieta di poter fare quello che amate magari imparando a usare degli escamotage. Ma non bisogna mai smettere di lottare. Volere è potere”. Un invito, quello di “prendere a morsi la vita” che Marco rivolge anche ai genitori di chi ha subito un forte trauma: “I genitori – ha concluso – è naturale che si preoccupino e che siano di conseguenza protettivi, ma bisogna far uscire i ragazzi di casa, farli vivere e far tornare loro il sorriso. Perché costruirsi un bagaglio di esperienze li renderà più forti e aumenterà la loro autostima, la loro autonomia e ovviamente la qualità della loro vita”.
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