La Voce e il Tempo – Linguaggi / diSegni diSuoni
Mercoledì 10 luglio – Chiostro del Museo Diocesano – Ingresso €10/€8
ore 20 (saluto della direzione artistica) e 20.30 (concerto)
BESTIARIUM – Musica per il Bestiario di Leonardo
La Reverdie
Claudia Caffagni, Livia Caffagni, Elisabetta De Mircovich – voci, viella, liuto, flauti, ribeca
Matteo Arpe – voce narrante
Al termine del concerto cocktail per l’inaugurazione della stagione
La stagione musicale La Voce e il Tempo diretta da Vera Marenco e Paola Cialdella dedica da sempre un’attenzione profonda al legame tra musica e arte. Ma quest’anno il focus sulla relazione tra suono e segno acquista un’importanza particolare. La IV edizione si apre infatti mercoledì 10 luglio (ore 20, Chiostro del Museo Diocesano) con un omaggio a Leonardo da Vinci, nell’anno del cinquecentenario. Bestiarium – Musica per il Bestiario di Leonardo è il concerto inaugurale proposto da un ensemble di riferimento per l’interpretazione del repertorio antico: La Reverdie. Il nome del gruppo, ispirato al genere poetico romanzo, celebra il rinnovamento primaverile e rivela la principale caratteristica di un gruppo che nel corso degli anni continua a stupire e coinvolgere pubblico e critica per la sua capacità di approccio sempre nuovo al patrimonio musicale del Medioevo europeo e del primo Rinascimento. Nel loro concerto, le descrizioni di creature reali e fantastiche contenute nel Codice H (1494), ispirate alla tradizione dei bestiari medievali, trovano corrispettivo in un ricco repertorio musicale tardo trecentesco in cui gli animali incarnano virtù e debolezze umane. Il Bestiario è diviso in capitoletti introdotti da un titolo che talvolta si riferisce all’animale di cui tratta, talvolta a una virtù o a un vizio che l’animale descritto incarna per indole e carattere. Nel testo leonardesco è possibile riscontrare, come è stato messo in evidenza più volte, tutta la vitalità della cultura medievale. È proprio da questa evidenza che è scaturita l’idea di accostare alcuni animali descritti da Leonardo a madrigali o caccie trecentesche, affollate da un variegato e ricchissimo catalogo di animali che ricalcano gli stessi modelli a cui sembra aver attinto più tardi Leonardo. L’ars nova italiana dalle origini fino ai suoi ultimi esponenti, da Magister Piero a Johannes Ciconia (fiammingo ma raffinato interprete dello stile italiano) è infatti incredibilmente ricca di repertorio musicale in cui prendono vita animali fantastici (L’aspido sordo), reali (Per larghi prati), simbolici (Aquila Altera / Creatura gentil /Uccel di Dio), allegorici (Lucida pecorella), metafore delle debolezze umane come delle umane virtù.
Il Bestiario di Leonardo da Vinci, datato attorno al 1494 e contenuto nel famoso Codice H conservato presso l’Istitut de France di Parigi, si ispira alla lunga tradizione del Bestiari medievali, libri che raccoglievano una descrizione sintetica di animali reali e fantastici unitamente a considerazioni di carattere morale. Da un lato infatti il testo leonardesco tratta gli animali nei simboli morali e nelle qualità favolose e magiche, dall’altro ne considera la morfologia, la distribuzione geografica e gli usi in una redazione che sembra una vera e propria storia naturale. Le fonti riconosciute del Bestiario di Leonardo sono la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio per gli aspetti più naturalistici, e le due opere trecentesche l’Acerba di Cecco d’Ascoli e il Fior di virtù, opera di incerta attribuzione, che ebbe una enorme fortuna manoscritta.
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