IL PROGRAMMA DI DOMANI, MARTEDÌ 26 OTTOBRE, DEL FESTIVAL DELLA SCIENZA DI GENOVA
Oltre alle 17 mostre e ai 42 laboratori, in programma anche 6 conferenze, 2 eventi speciali e lo spettacolo Terremoti totem e tabù dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Tra i protagonisti Amedeo Balbi e Rose George. Per le scuole, 13 digilab, 1 digitalk e 3 digitour.
Genova – Prosegue domani, martedì 26 ottobre, la diciannovesima edizione del Festival della Scienza di Genova, rassegna dal format ibrido che vuole segnare un ritorno allo stare insieme e al vivere la scienza in prima persona, con un importante programma in presenza e un rinnovato palinsesto online. Nel sesto giorno di Festival in programma sei conferenze, due eventi speciali, il terzo appuntamento con “Scienziati nelle scuole” e uno spettacolo: Lassù nell’universo (ore 10), Non chiamateci mappamondi! (ore 15 e ore 17.30) Partiture musicali come mappe da decifrare (ore 17), Inseguendo un raggio di luce (ore 17.30), A spasso con qualche molecola per la sostenibilità (ore 18), Diagnosi e sentenze. Viaggio tra i bias cognitivi (ore 18), In Bosco (ore 18.30), Terremoti totem e tabù (ore 19), Breve storia del sangue (ore 21), Fenomenologia delle mappe (ore 21.30). In aggiunta al programma in presenza e online di conferenze ed eventi speciali, sono aperte le 17 mostre e i 42 laboratori, i cui orari sono disponibili su www.festivalscienza.it.
IL PROGRAMMA PER APPASSIONATI E FAMIGLIE
Insieme ad Amedeo Balbi, professore associato di astronomia e astrofisica del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” si parla di una delle più affascinanti teorie scientifiche, la relatività, nella presentazione del libro Inseguendo un raggio di luce alle ore 17.30 alla Biblioteca Universitaria di Genova (anche in streaming). La giornalista e autrice britannica Rose George nella sua conferenza Breve storia del sangue alle ore 21 nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale (anche in streaming) racconta il potere di questa sostanza «stupefacente e splendida». Come mappare e condividere le paure: su questo tema si esprimono Sveva Avveduto, emerita del Cnr, già direttrice dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali e presidente dell’Associazione Donne e Scienza, e Fabio Fornasari, architetto museologo, nell’incontro Fenomenologia delle mappe alle ore 21.30 nella Sala delle Grida di Palazzo della Borsa (anche in streaming). Con Gustavo Cevolani e Vincenzo Crupi si va alla scoperta dell’affascinante processo delle scienze cognitive con l’incontro Diagnosi e sentenze. Viaggio tra i bias cognitivi alle ore 18 nella Sala delle Grida di Palazzo della Borsa (anche in streaming). Alle 18.30 in Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale il naturalista Daniele Zovi, con oltre quarant’anni di servizio nel Corpo Forestale dello Stato, conduce In Bosco: un viaggio tra clima, paesaggio, animali e piante che ne costituiscono la “vita segreta”.
Sul tema della chimica e materia si focalizza la conferenza spettacolo delle ore 18 in Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale (anche in streaming): A spasso con qualche molecola per la sostenibilità, con protagoniste Silvia Bordiga, professore di Chimica Fisica e presidente della laurea magistrale Materials Science del Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, Maria Giulia Faga, ricercatrice all’Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili di Torino, e l’attrice e autrice Elena Ruzza. Lo spettacolo di martedì 26 ottobre (ore 19) è Terremoti totem e tabù dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: in scena in Sala Trionfo del Teatro della Tosse, svela la storia della sismologia tra psicoanalisi, storia e filosofia della scienza.
Prosegue alle ore 10 all’Istituto Comprensivo Oregina “Scienziati nelle scuole” con Lassù nell’universo, in un racconto tra miti antichi le vicende degli astronomi con Amedeo Balbi e Andrea Valente. Continua anche il ciclo Le mappe dell’Uomo dell’Università degli Studi di Genova in via Balbi 2 (ore 15 e 17.30) con Non chiamateci mappamondi! con Lorenzo Brocada, Rebekka Dossche, Carla Pampaloni, Enrico Priarone e Antonella Primi a illustrare il rapporto tra le immagini cartografiche e i messaggi propagandistici. Nell’ambito del Paganini Genova Festival, alle 17 all’Oratorio di San Filippo Neri, Matteo Manzitti e Ljuba Bergamelli affrontano in una conferenza-concerto l’idea della partitura musicale come sistema di indicazioni attraverso cui l’interprete si orienta per ritrovare le intenzioni del compositore e trasformarle in esecuzione sonora.
IL PROGRAMMA DIGITALE PER LE SCUOLE DI MARTEDÌ 26 OTTOBRE
Oltre al programma in presenza, il progetto La scienza va in onda!, realizzato grazie al supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo e in collaborazione con Orientamenti, offre un palinsesto completamente digitale composto da 59 attività online tra laboratori, incontri e visite guidate virtuali riservato alle scuole. In questo modo gli studenti e i loro insegnanti possono anche partecipare direttamente dalle classi o da casa, scegliendo tra laboratori online (digilab), webinar e incontri in live streaming (digitalk) e visite virtuali ai principali istituti di ricerca (digitour).
I digilab di martedì 26 ottobre
Il 2021 è l’Anno Internazionale della Frutta e della Verdura e gli studenti, con un gioco sulla stagionalità delle colture curato da Crea, dal titolo Appuntamento al campo…5 colori – Alla difesa di frutta e verdura! (ore 10-13), possono capire come usare tattiche e collaborazioni per ottenere coltivazioni di tipologie e colori diversi, con un occhio particolare all’ambiente. I Dioscuri – Epica Epigenetica (ore 10-13) Eduardo Losada Cabruja conduce le classi in un viaggio lungo le mappe genetiche dei gemelli Castore e Polluce, figli di Zeus e Leda, approfondendo l’effetto dei diversi meccanismi che modulano l’espressione genetica. In La mappa del tesoro del pirata del futuro – Dalle basi matematiche alla realtà virtuale (ore 10-13) le classi sono coinvolte in un’insolita caccia al tesoro a cura del Cnr su come si crea e come si utilizza una mappa coniugando matematica, geometria, modelli digitali 2D e 3D e tecnologie innovative. Tra mente, spazio e movimento, Eleonora Ceccaldi e Noemi Burgio in Move your mind! – Le mappe spaziali create dal cervello (ore 10-13) raccontano l’importanza delle abilità spaziali soffermandosi sulla loro importanza come strumento di inclusione sociale e su cosa succede quando vengono compromesse. Partendo da un’inchiesta giornalistica del gruppo Gedi, il digilab Quando il gioco è un azzardo – I rischi della dipendenza comportamentale, organizzato da Alisa da giovedì 21 a venerdì 29 ottobre (ore 10-13), approfondisce la differenza tra gioco e azzardo e come quest’ultimo stimoli il cervello arrivando anche a causare dipendenza comportamentale. In RAWsiko – Caccia aperta alle materie prime! (ore 10-13) organizzato da Cnr – Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività, gli studenti si sfidano in un videogioco educativo ispirato a Risiko con una mappa di gioco che riproduce, in maniera semplificata, la localizzazione di materie prime strategiche. Da giovedì 21 a mercoledì 27 ottobre (ore 11-12) l’Università di Birmingham – Institute for Gravitational Wave Astronomy in Onde gravitazionali: mappe del tesoro cosmiche… e dove trovarle racconta la fisica dietro agli strumenti di indagine più all’avanguardia, portando gli studenti a interagire con un vero e proprio interferometro su piccola scala. OpenLab cura La mappa delle pandemie…vegetali! – Rendere visibile l’invisibile (ore 10-13), in cui alunne e alunni possono scoprire alcune metodiche diagnostiche d’avanguardia, che vanno dall’analisi del DNA tramite PCR ad approcci chimici, fino al rilevamento dei patogeni con onde acustiche, che permettono di individuare questi “nemici invisibili”. L’Agenzia Spaziale Europea cura il digilab dal titolo In viaggio tra Cielo, Terra e Mare (ore 8.30-14) in cui, grazie a un game show interattivo, le classi vanno alla scoperta dei satelliti e di come sono utilizzati per osservare la Terra e di come, in particolare, possano essere usati per il monitoraggio ambientale. I ricercatori di diversi istituti della rete Cnr campana mettono in evidenza il ruolo cruciale dell’interdisciplinarietà nella ricerca in Dai “sistemi modello” all’essere umano (ore 10-13), utilizzando giochi, questionari e altre attività interattive. Dalla prima radio ai moderni smartphone 5G: in Wireless la Cooperativa Ossigeno conduce, dal 25 al 28 ottobre (ore 10-13), all’interno della casa di Guglielmo Marconi, tra la sua scrivania da cui inviò il primo segnale senza fili e la riproduzione di alcuni dei suoi primi esperimenti. Dal 25 al 27 ottobre il giovane “apprendista” del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino Scientilla guida le classi in esperimenti sull’effetto serra e sulle radiazioni solari in Che clima farà? (ore 11-12). Quiz e sfide di programmazione basate su diversi concetti computazionali sono al centro di Coding Maps, digilab a cura del Dipartimento di Informatica Bioingegneria Robotica e Ingegneria dei Sistemi dell’Università degli Studi di Genova in programma dal 26 al 28 ottobre e il 3, 4, 10 e 11 novembre. (ore 9-12)
I digitour martedì 26 ottobre
Il 26 ottobre (ore 10) in Visita Virtuale al rivelatore CMS al CERN il Cms experiment at Cern accompagna alla scoperta di uno dei 4 grandi esperimenti del Lhc, l’acceleratore circolare di particelle più lungo e potente al mondo. In Visita virtuale al Telescopio Nazionale Galileo – Viaggio (alle Canarie) dietro le quinte dell’astrofisica (ore 11-12) l’Istituto Nazionale di Astrofisica guida alunne e alunni in un tour virtuale all’interno del Telescopio Nazionale Galileo (Tng) situato alle Isole Canarie. L’Inaf cura Specchio, specchio delle mie brame! – Tour virtuale tra i telescopi di nuova generazione (ore 11-12), che accompagna ragazze e ragazzi alla scoperta degli strumenti utilizzati per vedere segnali di vita su altri pianeti
I digitalk di martedì 26 ottobre
Orientamenti cura martedi 26 ottobre (ore 10) l’incontro Lassù nell’universo, in cui il professore associato di astronomia e astrofisica al Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Amedeo Balbi e lo scrittore e illustratore Andrea Valente raccontano tra miti antichi le vicende degli astronomi, le grandi scoperte e i progressi tecnologici.
I biglietti e le prenotazioni sono acquistabili online sul sito del Festival: www.festivalscienza.it e tramite il call center (tel. 010 8934340). È attiva nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale una biglietteria, ma si incoraggia il pubblico a privilegiare l’utilizzo dei servizi e-commerce online e telefonico. Questi i costi dei biglietti: giornaliero intero 13 euro, ridotto 11 euro, ridottissimo 9 euro, abbonamento standard intero 21 euro, ridotto 18 euro, ridottissimo 12 euro, premium (con prenotazioni gratuite per il titolare dell’abbonamento) 30 euro; i bambini fino ai 5 anni non pagano. Gli abbonamenti standard hanno validità per tutti i giorni e tutti gli eventi del Festival e includono anche la fruizione degli eventi in streaming. Per l’offerta online è disponibile l’abbonamento live streaming al costo di 10 euro. Sono presenti in programma alcuni eventi gratuiti. Il biglietto Scuola, riservato agli studenti che partecipano al progetto scuole (costo 9 euro), equivale a un abbonamento standard e consente quindi di fruire di tutto il Festival, sia in presenza sia online. La prenotazione (costo 0,50 euro) agli eventi in presenza è fortemente consigliata per il pubblico generico, mentre è obbligatoria (e gratuita) per le classi.
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FESTIVAL DELLA SCIENZA 2021
IL PROGRAMMA DI MARTEDÌ 26 OTTOBRE CON APPROFONDIMENTI
ore 10, Istituto Comprensivo Oregina
Lassù nell’universo
Incontro con Amedeo Balbi, Andrea Valente
Big Bang, buchi neri e materia oscura, miliardi di galassie e miliardi di miliardi di stelle, e chissà quanti pianeti di ogni tipo… Il nostro Universo è un posto sorprendente! Ma come si è formato? E quando? E la nostra Terra, dove si trova di preciso nell’Universo? Partiamo per un viaggio straordinario attraverso lo spazio e il tempo alla scoperta della cosmologia. Scopriremo miti antichi, le vicende degli astronomi, le grandi scoperte e dei progressi tecnologici. Incontreremo oggetti astronomici affascinanti e misteriosi come buchi neri e spaghetti galattici, e capiremo come è possibile usare i telescopi per guardare indietro nel tempo, fino all’origine dell’Universo…
Amedeo Balbi è professore associato di astronomia e astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Autore di oltre 100 articoli scientifici, è membro di Società scientifiche nazionali e internazionali. Molto attivo come divulgatore scientifico, è autore di numerosi libri divulgativi, tra cui il più recente è “Inseguendo un raggio di luce” (Rizzoli, 2021).
Andrea Valente, scrittore e illustratore; nel 2011 ha vinto il Premio Andersen come miglior autore completo. Ha all’attivo diversi libri, tra cui, con Amedeo Balbi, Lassù nell’Universo (Editoriale Scienza, 2021).
ore 15 e ore 17.30, Università degli Studi di Genova, Balbi 2
Non chiamateci mappamondi!
Incontro con Lorenzo Brocada, Rebekka Dossche, Carla Pampaloni, Enrico Priarone, Antonella Primi
L’incontro illustrerà, attraverso specifici esempi, il rapporto tra l’immagine cartografica e il messaggio propagandistico. L’immagine cartografica, il discorso retorico e l’ideologia è un aspetto noto agli studiosi, ma poco conosciuto a livello divulgativo. La stretta connessione tra cartografia, retorica e ideologia rende, infatti, la descrizione visiva dello spazio uno strumento estremamente potente nella diffusione della realtà “altra” propria dell’ideologia.Seguirà una visita guidata alla scoperta del patrimonio geocartografico della Biblioteca Umanistica@Balbidue e del Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova. Il patrimonio è particolarmente interessante e prezioso e comprende: volumi scientifici, atlanti e portolani impreziositi da alcuni esemplari sei-settecenteschi, carte murali e carte topografiche dall’Ottocento in poi, e una piccola raccolta di strumenti per la didattica della geografia. Fra gli oggetti spiccano due globi di 68 cm di diametro (uno celeste e uno terrestre) che risalgono alla prima metà del Seicento e che furono prodotti nell’officina cartografica di Willem Blaeu e dei figli; inoltre si potrà ammirare una carta nautica del 1639 di Placido Caloiro et Oliva.
Lorenzo Brocada, laureato magistrale in Geografia (Valorizzazione dei territori e turismi sostenibili) presso l’Università di Genova. Assegnista di ricerca in Geografia. Si occupa di analisi visuale del paesaggio, geografia storica, cartografia GIS, turismo sostenibile e parchi naturali. Segretario della sezione Liguria dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG).
Rebekka Dossche, laureata in Geografia presso l’Università di Gent (Belgio), ha conseguito un un dottorato in Geografia Storica per la Valorizzazione del patrimonio storico ambientale presso l’Università di Genova. Assegnista di ricerca in Geografia, si occupa di geografia storica, aree fragili e rurali, sviluppo sostenibile e geografia del paesaggio.
Carla Pampaloni, laureata in Scienze politiche presso l’Università di Genova. Professoressa associata di Geografia; si occupa di storia del pensiero geografico, storia delle esplorazioni geografiche, storia della cartografia, geografia e pensiero politico, geografia e comunicazione visiva.
Enrico Priarone, laureando magistrale in Geografia e Processi territoriali presso Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si occupa di geografia amministrativa, geografia urbana, geografia del paesaggio e di ricerche sui Grandi Eventi come attrattori territoriali. Segretario della sezione Genova-Savona dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG)
Antonella Primi, laureata in Materie letterarie presso l’Università di Genova, ha conseguito un dottorato in Geografia urbana e regionale presso l’Università di Pisa. Professoressa associata di Geografia, si occupa di sostenibilità ambientale e percezione del rischio, didattica della geografia, geografia sociale e cartografia partecipativa con approfondimenti nel contesto ligure. Presidente della sezione Liguria dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG).
ore 17, Oratorio di San Filippo Neri (Via Lomellini, 12)
Partiture musicali come mappe da decifrare
Conferenza-concerto a cura di Matteo Manzitti, voce di Ljuba Bergamelli
Questo evento, creato nell’ambito del Festival della Scienza secondo la parola-chiave di quest’anno, “mappe”, coglie l’occasione di affrontare l’idea della partitura musicale come sistema di indicazioni attraverso le quali l’interprete si orienta per ritrovare le intenzioni del compositore e trasformarle in esecuzione sonora. La partitura contiene infatti alcune indicazioni che possono essere interpretate in modi sempre diversi: ciò che infatti è prescritto non fornisce indicazioni complete ed univoche, in modo scientifico, della musica da eseguire; le altezze delle note sono il parametro più precisamente indicato, ma le durate ed il tempo hanno possibilità di sfumature e le dinamiche possono essere espresse solo in modo generico. Se la musica elettronica giunge a definire in maniera definitiva ogni aspetto dell’evento sonoro, la partitura tradizionale rimane uno strumento sintetico nel quale molto viene lasciato all’arbitrio dell’interprete – che si chiama così non a caso. Vi sono poi, dall’antichità ad oggi, forme diverse da quelle usate di consueto per tramandare una musica: le intavolature rinascimentali e barocche ne sono un tipico esempio.
Matteo Manzitti, compositore, direttore d’orchestra e didatta, diplomato in composizione, è interessato alla commistione tra i linguaggi e al ruolo della musica nell’attualità. È direttore musicale dell’Eutopia Ensemble e direttore artistico del festival Le Strade del Suono. E’ autore dell’opera lirica Invisibili e ha scritto per artisti quali i Cameristi della Scala, Ensemble Conductus, Ensemble Sentieri Selvaggi, Quartetto di Cremona, Filarmonica di Torino.
ore 17.30, Biblioteca Universitaria di Genova e in live streaming
Inseguendo un raggio di luce
Lectio Magistralis con Amedeo Balbi
Fra tutte le teorie scientifiche, la relatività è forse quella che più affascina e sconcerta: essa infatti va contro la nostra rassicurante percezione del mondo, e ci costringe a prendere atto che spazio e tempo non sono due dimensioni fisse e separate, ma si contraggono e si dilatano, sfumando l’una nell’altra, fino quasi a fondersi in un tutt’uno. La realtà è, dunque, molto più strana e complicata di quello che appare. Tutto ciò può sembrare comprensibile e accettabile solo dagli addetti ai lavori, ma non è così: Einstein stesso, ad esempio, formulò la teoria della relatività seguendo intuizioni nate da immagini molto semplici. Immergiamoci allora in un viaggio concettuale proprio alla riscoperta del pensiero di Einstein, che partendo da situazioni concrete e scenari di film fantascientifici, porterà tutti/e (anche chi non si sente fortissimo/a in matematica e fisica!) a comprendere la teoria della relatività ristretta e di quella generale, la scienza dei buchi neri e quella delle onde gravitazionali. Dopo questo incontro la relatività, strumento fondamentale per interpretare la realtà dell’Universo, per voi non avrà più segreti!
Amedeo Balbi è professore associato di astronomia e astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Autore di oltre 100 articoli scientifici, è membro di Società scientifiche nazionali e internazionali. Molto attivo come divulgatore scientifico, è autore di numerosi libri divulgativi, tra cui il più recente è “Inseguendo un raggio di luce” (Rizzoli, 2021).
ore 18, Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale e in live streaming
A spasso con qualche molecola per la sostenibilità
Conferenza/Spettacolo con Silvia Bordiga, Maria Giulia Faga, Elena Ruzza
L’impianto produttivo attuale si regge sulla disponibilità di energia a basso costo e pochi vincoli ambientali, Questo schema di crescita, non è più sostenibile perché determina una progressivo impoverimento della terra ed una crescita incontrollata di rifiuti. Le trasformazioni della materia, le reazioni chimiche, producono una straordinaria varietà di molecole e materiali, sempre partendo dalle stesse materie prime (risorse fossili), a fronte di un costo energetico più o meno elevato a seconda di quanto sia difficile rompere e riformare i legami chimici desiderati. Fino ad ora si sono privilegiati processi su larga scala, intensivi in termini di risorse energetiche e si è accettata una massiccia produzione di rifiuti ed inquinanti. Peccato che ora siamo arrivati ad un livello di crescita non più sostenibile dalle risorse primarie ed ad accumuli di rifiuti che non siamo in grado di gestire. È ormai ovvio che dobbiamo rivedere le nostre strategie di sviluppo ma come, visto che nessuno è disposto a rinunciare al livello dei consumi a cui si è abituato ? Attraverso un percorso interattivo con il pubblico, il narratore ed i suoi aiutanti presenteranno alcune molecole semplici e cercheranno di ribaltare la percezione che ciascuno di noi ha di loro, nostre alleate instancabili, se amministrate correttamente. Ecco che così anche una molecola come la CO2, così spesso additata come una rifiuto intollerabile, potrà trasformarsi in risorsa.
Silvia Bordiga è professore ordinario di Chimica Fisica e Presidente della laurea magistrale Materials Science del Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino. La sua ricerca si focalizza sullo sviluppo di materiali nanostrutturati per l’adsorbimento selettivo e la catalisi. Nel 2019 ha vinto il progetto di ricerca ERC-Synergy “CUBE” per la valorizzazione delle bio-masse e del gas naturale.
Maria Giulia Faga, dottore di ricerca in Scienze Chimiche, è ricercatrice presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili (sede di Torino), del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Chimica-fisica di formazione, la sua attuale ricerca riguarda lo studio di materiali per applicazioni meccaniche e biomedicali, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale (riduzione scarti, maggiore durata del componente, sostituzione/riduzione costituenti a elevato impatto ambientale). Appassionata di teatro fin dall’adolescenza, si dedica alla recitazione a livello amatoriale.
Elena Ruzza è attrice, autrice e conduttrice di laboratori teatrali sul tema della memoria e dell’autobiografia per studenti di ogni ordine e grado. È docente di corsi teatrali presso il Teatro Civico Garibaldi di Settimo Torinese, e coautrice di progetti speciali di teatro sociale e di comunità (laboratori e spettacoli).
ore 18, Sala delle Grida di Palazzo Ducale e in live streaming
Diagnosi e sentenze. Viaggio tra i bias cognitivi
Conversazione con Gustavo Cevolani, Vincenzo Crupi
Piloti d’aereo, operatori finanziari, medici, giudici… cos’hanno in comune queste persone, che svolgono attività apparentemente diversissime? Sono tutte figure che devono prendere decisioni in condizioni di incertezza, con poco tempo a disposizione, pressione emotiva e psicologica, e sulla base di informazioni parziali e spesso contraddittorie. Oggi, grazie ad alcuni decenni di ricerca nell’ambito delle scienze cognitive (con contributi, fra gli altri, di psicologi, economisti, neuroscienziati e filosofi) sappiamo che la razionalità perfetta non esiste: come esseri umani siamo vittime inconsapevoli di pregiudizi e inferenze fallaci. In particolare, gli studiosi hanno identificato diverse “scorciatoie di ragionamento” (dette euristiche) che il cervello umano utilizza per decidere in modo veloce e automatico, e diverse “trappole mentali” (detti bias) che ci inducono, in modo sistematico e prevedibile, a comportamenti e scelte irrazionali. Questo accade a noi persone comuni nella vita quotidiana, quando scegliamo un prodotto al supermercato o iscriviamo i figli a scuola, ma succede anche – con ricadute potenzialmente molto rilevanti – anche quando a prendere decisioni sono professionisti come medici e giudici. Scopriremo, anche attraverso esempi concreti discussi in letteratura e quiz interattivi, i più comuni trabocchetti del ragionamento, come influiscono in settori cruciali della società (come sanità e tribunali), e quali sono i possibili rimedi.
Gustavo Cevolani insegna Filosofia della Scienza alla Scuola IMT Alti Studi Lucca, dove tiene anche corsi di ragionamento critico e neuroetica. Si occupa dei problemi relativi all’analisi della razionalità e della conoscenza, con particolare attenzione alle decisioni nel ragionamento scientifico e ordinario, alla nozione di progresso e a questioni metodologiche delle scienze sociali e comportamentali.
Vincenzo Crupi insegna Filosofia della Scienza all’Università di Torino, dove dirige il Centro Interdipartimentale di Logica, Linguaggio e Cognizione (LLC). La razionalità umana è un tema centrale della sua attività di ricerca, e la medicina clinica uno degli ambiti di applicazione principali: si è occupato delle decisioni mediche in condizioni di incertezza e di rischio, dei processi cognitivi che le determinano e talvolta le distorcono, e di come possono essere migliorate.
ore 18.30, Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale e in live streaming
In Bosco
Lectio Magistralis con Daniele Zovi
È quasi l’alba, l’autore finisce di preparare lo zaino, allaccia gli scarponi e lascia la sua casa per andare in bosco. Davanti a lui, un cammino di trenta chilometri attraverso l’Altopiano di Asiago: dalla lapide dedicata alla memoria di due partigiani, attraversando la devastazione lasciata dall’uragano Vaia del 2018, per poi salire verso il monte Portule, fermarsi per la notte, e poi tornare alla base costeggiando le cime innevate a nord e i segni delle trincee sul fronte austriaco della prima guerra mondiale. Seguiamolo in questo cammino sentimentale tra ricordi personali e nuove scoperte: passo dopo passo, impariamo a osservare e a interpretare i segni della natura – dalle simbiosi che danno vita ai licheni allo sviluppo dei funghi in una ceppaia –, e ci meravigliamo scoprendo le tracce lasciate da un cervo vicino a una fonte o osservando un insetto pattinatore scivolare sull’acqua di una pozza. Ma ci emozioniamo anche di fronte alle tracce che secoli di storia umana hanno lasciato sull’Altopiano.A guidarci, un narratore prezioso oltre che un esperto naturalista, capace di farci vedere l’intreccio costante di clima, paesaggio, animali e piante che costituisce la vita segreta del bosco, e di restituirci quel modo paziente di sentire il tempo e lo spazio che sembra possibile solo a chi cammina nella natura. Tutti in cammino, dunque!
Daniele Zovi, laurea in Scienze Forestali, per quarant’anni ha prestato servizio nel Corpo Forestale dello Stato. È uno dei maggiori esperti in materia di foreste e animali selvatici. Ha scritto Alberi sapienti, antiche foreste, Italia selvatica, Autobiografia della neve e In bosco (Utet), e Ale e Rovere. Il fantastico viaggio degli alberi e Ale e i lupi (De Agostini). Ha vinto il premio di letteratura “Vallombrosa” e il premio Itas libro di montagna per la sezione Ricerca e Ambiente.
ore 19, Sala Trionfo di Teatro della Tosse e in live streaming
Terremoti totem e tabù
Spettacolo
testo di Massimo Crescimbene, Salvatore Mazza e Nicola Alessandro Pino, regia di Francesca Satta Flores
Se questo spettacolo fosse una fotografia, mostrerebbe insieme psicologi e scienziati, sismologi e clericali, riuniti attorno a un totem che simboleggia la Terra. Un’immagine che, da statica, sembra animarsi al soffio di una forte brezza; un vento sospinto dalla conoscenza scientifica, che fa svanire le ansie e le paure, ma anche le previsioni utopistiche legate al desiderio, tutto umano, di prevedere i terremoti. Ripercorriamo, grazie a Galileo ma anche a Freud, la storia della sismologia, dei suoi totem simbolici e dei suoi tabù. Un racconto in cui non è la scienza l’unica protagonista: psicoanalisi, storia e filosofia della scienza tessono infatti le trame dello spettacolo, accompagnate da un’immancabile vena ironica che renderà la visione leggera e piacevole.
Massimo Crescimbene, piscologo, a distanza di anni – prima il CNR dall’86, poi all’INGV dal ’99 – ancora si chiede che senso abbia per uno psicologo frequentare tanti scienziati “duri”: fisici, matematici, geologi, sismologi, geomagnetisti, perfino ionosferici. “Non sarà che forse aspiro a ciò che non potrò mai raggiungere? – si chiede- E così mi diletto di comunicazione, divulgazione scientifica e sdrammatizzo la scienza costruendo ineffabili giochi di ruolo. Il mio ruolo? Lo sto ancora cercando».
Salvatore Mazza, da bambino viveva in Sicilia e nel ’68 ha avvertito il terremoto del Belice. Otto anni dopo, ha avuto notizia di quello del Friuli e per la prima volta ha pensato che potesse essere affascinante l’idea di studiare i terremoti. Nell’80 ha avvertito a Roma quello dell’Irpinia e nell’84 lavorava al Parco Nazionale d’Abruzzo, in zona epicentrale fra i terremoti del Lazio-Abruzzo. A volte si chiede come sia possibile che così tanti italiani pensino di fare i calciatori e non i sismologi, da grandi. Poi gli passa.
Nicola Alessandro Pino voleva fare il linguista, ma fa il ricercatore all’INGV – Osservatorio Vesuviano. In tanti anni di ricerche non ha ancora capito come, quando e perché sia finito a laurearsi in fisica e a studiare e raccontare i terremoti.
Gaia Bottoni, cultural project manager, da vent’anni si occupa di cultura, prima come pianista professionista e musicologa. Crede fortemente nel lavoro di gruppo e assecondando la sua passione e la sua formazione, indirizza le sue energie alla società di famiglia, coordinando il team di Studio Bottoni. Guarda con curiosità ogni forma di espressione artistica, antica e contemporanea, adora viaggiare, leggere, nuotare. Etica ed economia, politica internazionale e sociologia, questi alcuni dei temi che, tra un bicchiere di vino e attività di giardinaggio, animano lunghe conversazioni con il padre.
Francesca Satta Flores, attrice, regista e autrice teatrale e televisiva. Si occupa anche di formazione e dal 1987 ha condotto laboratori, corsi e stages di recitazione, improvvisazione, drammatizzazione e drammaturgia in Scuole medie e superiori ed in diverse Scuole di teatro; è direttrice artistica dell’Ile Flottante. I suoi testi teatrali hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, da segnalazioni al Premio Ater Riccione (1993), al Premio IDI (1994 e 1997) alla presenza nella rosa di finalisti del Premio Enrico Maria Salerno (2004) al Premio Flaiano under ’30 (1995), al Premio Bando Urgenze di Teatri Inversi (2011).
ore 21, Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale e in live streaming
Breve storia del sangue
Lectio Magistralis con Rose George
Porta la vita, eppure molti svengono solo a vederlo. Spesso va smaltito come un rifiuto, ma è anche un bene più prezioso del petrolio. Può salvare una persona, ma anche trasmettergli malattie mortali. Ognuno di noi ne ha circa cinque litri in corpo, eppure tanti non conoscono il proprio gruppo sanguigno. Anche l’evento biologico più demonizzato ha a che fare con il sangue: le mestruazioni, nonostante coinvolgano ogni mese milioni di donne nel mondo, sono ancora un tabù. Tra scienza e politica, credenze e medicina, racconteremo il potere di questa sostanza “stupefacente e splendida”, ripercorrendo una storia che va dai salassi con le sanguisughe alla moderna biopsia liquida, che promette di diagnosticare il cancro e altre malattie con un semplice esame. Conosceremo la storia di Janet Vaughan, che in vista dei bombardamenti su Londra durante la Seconda Guerra Mondiale organizzò e gestì il primo sistema di donazione, raccolta e distribuzione del sangue del Regno Unito, e di Arunachalam Muruganantham, con il suo macchinario per produrre assorbenti a basso costo nei Paesi in via di sviluppo. Esploreremo il business miliardario delle trasfusioni, con un occhio al futuro della ricerca scientifica e allo sviluppo del sangue sintetico.
Rose George, giornalista e autrice. Si è laureata in lingue moderne al Somerville College di Oxford e ha conseguito un MA in politica internazionale presso l’Università della Pennsylvania. Ha iniziato a scrivere nel 1994, come stagista alla rivista The Nation (New York); è autrice di diversi libri, di cui l’ultimo è Breve storia del sangue (Codice, 2020).
ore 21.30, Sala delle Grida di Palazzo Ducale e in live streaming
Fenomenologia delle mappe
Conversazione con Sveva Avveduto, Fabio Fornasari
Abbiamo bisogno di mappe per mantenere il controllo intorno a noi: per questo mappiamo e ri-mappiamo la realtà, attraverso narrazioni oltre che alle rappresentazioni geografiche e geometriche di un territorio; ricostruzioni anche assurde che sono il testimone delle nostre paure e del bisogno di controllare l’imprevisto e l’improvviso. Ma…a cosa servono le mappe? A progettare il proprio percorso nel paesaggio intorno a noi, ma anche in relazione a noi, a esplorare il mondo partendo dalla propria posizione. Grazie ad esse riusciamo a misurare la distanza tra noi e il mondo, mantenendoci in relazione con esso; ad esplorare il landscape e poterlo governare, in un certo senso, attraverso il mindscape. Partendo da tutti i possibili aggettivi riferibili a questo cruciale strumento, produrremo allora delle mappe delle paure, scavando e scovando le cose che ci fanno paura per capire dove e sono e per rimetterle al loro posto.
Sveva Avveduto, emerita del CNR, già Direttrice dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali, svolge attività di ricerca nell’area della politica scientifica con particolare riguardo agli studi sulle risorse umane per la scienza e le questioni di genere. Ha collaborato con l’OCSE come delegata nel Comitato per la Politica Scientifica e Tecnologica, e con la Commissione Europea quale responsabile di numerosi progetti Europei H2020. E’ delegata italiana nel G20 Engagement Group Women20 e presidente dell’Associazione Donne e Scienza.
Fabio Fornasari, architetto museologo, costruisce dispositivi per mostrare e raccontare storie di valore utilizzando progetti e installazioni museografiche, e ambienti di apprendimento. Monta e smonta contenuti per sviluppare l’innovazione sociale. A fianco di psicologi e pedagogisti sviluppa modelli educativi di frontiera. È fondatore e Direttore Artistico del Museo Tolomeo di Bologna presso l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna. È coautore del Museo del Novecento di Milano e autore del Museo delle Terme di Caracalla di Roma.