(ore 20.30 / domenica ore 18.30)
TEATRO DELLA TOSSE
tutte le sale
PRIMA NAZIONALE
AXTO
Oratorio per corpi e voci dal labirinto
testo Emanuele Conte
regia di Emanuele Conte e Michela Lucenti
coreografie Michela Lucenti
impianto scenico Emanuele Conte
luci Andrea Torazza
costumi Daniela De Blasio
rielaborazioni musicali Massimo Calcagno
collaborazione al testo Elisa D’andrea, Luigi Ferrando
assistenti alla regia Alessio Aronne, Natalia Vallebona, Ambra Chiarello
con Michela Lucenti, Maurizio Camilli, Emanuela Serra, Filippo Porro, Alessandro Pallecchi, Simone Zambelli, Aristide Rontini, Lisa Galantini, Enrico Casale
performer nel labirinto Attilio Caffarena, Pietro Fabbri, Francesco Gabrielli, Luca Hardonk, Gianluca Pezzino, Arabella Scalisi
direttore di scena Roberto D’Aversa
elettricista Davide Bellavia
macchinista Fabrizio Camba
attrezzista Renza Tarantino
sarta Anna Romano
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse, Balletto Civile
Artisti In Piazza – Pennabilli Festival
Al Teatro della Tosse dal 25 al 30 settembre (ore 20.30 – domenica 18.30) in scena in prima nazionale AXTO – Oratorio per corpi e voci dal labirinto, nuova produzione del Teatro della Tosse con regia Emanuele Conte e Michela Lucenti. I due artisti per la loro terza regia insieme portano in scena il mito del Labirinto e del Minotauro. La compagnia di danzatori, attori e cantanti del Teatro della Tosse e di Balletto Civile dà corpo e voce a questo racconto, epico e familiare, in uno spettacolo che nasce dalla terra e dal sudore invadendo tutti gli spazi del teatro.
Una casa e come protagonisti, a officiare il rito, i familiari, abitanti di quella casa. Il “mostro” ora è chiuso tra le mura domestiche, l’oscenità nascosta e il sacrificio consumato all’interno della famiglia.
La stagione si apre il 25 settembre con la Prima Nazionale di Axto – Oratorio per corpi e voci dal labirinto regia di Emanuele Conte e Michela Lucenti.
Axto, è il nuovo tassello che si inserisce in un percorso artistico articolato e complesso, che attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi e la contaminazione delle diverse forme d’arte e discipline vuole uscire dagli schemi convenzionali.
Un percorso che Conte e Lucenti hanno iniziato tre anni fa con la messa in scena di ORFEO RAVE, spettacolo allestito negli 11.000 metri quadrati dal Padiglione B della Fiera di Genova che mescolava prosa, danza, musica e arti visive.
Una sfida vinta, che ha dato vita a un lavoro potente e visionario continuato nei successivi lavori. La collaborazione tra i due artisti è proseguita con INFERNO#5 presentato al Festival di Cividale del Friuli e Il MAESTRO E MARGHERITA che ha debuttato lo scorso inverno sul palcoscenico della sala Trionfo.
Il legame tra Conte e Lucenti è andato oltre alla messa in scena degli spettacoli, nel corso del tempo è diventato qualcosa di più articolato e ambizioso. La creazione di un linguaggio artistico totale che mette al centro l’attore-performer, per un teatro sia fisico che di parola, dove i testi originali – spesso legati al mito – e le coreografie sono in costante dialogo con allestimenti scenografici potenti ed evocatici.
Spazio, musica, suono, danza, prosa, vuoto, pubblico, rumore, luce, buio, scena, e silenzio ogni elemento diventa “teatro”. La necessità di creare un proprio linguaggio attraverso l’incontro/scontro tra “teatri” differenti è il punto di convergenza tra due artisti che si sono incrociati dopo percorsi differenti. L’attore di Conte e Lucenti diventa anche danzatore e viceversa e non solo, al centro della scena c’è quindi un performer che è funzionale al linguaggio dello spettacolo.
Axto, presentato in forma di studio lo scorso maggio al Festival Internazionale di Arti Performative Artisti in Piazza di Pennabilli, è il nuovo tassello che si inserisce in un percorso artistico articolato e complesso, che attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi e la contaminazione delle diverse forme d’arte e discipline vuole uscire dagli schemi convenzionali.
Un percorso artistico che passa anche dall’incontro con il pubblico, dall’uso di location inusuali e dalla trasformazione dei luoghi per dare l’idea della complessità del teatro dal vivo.
Anche questo nuovo lavoro che affronta il mito del Minotauro e del labirinto, resta fedele alle idee dei registi e se in forma di studio è stato adatto per essere messo in scena sotto un tendone da circo per il suo debutto nazionale le sale della Tosse sono state trasformate in un vero labirinto.
Il pubblico inizierà il suo percorso in una sala Campana completamente priva di poltroncine e seguirà i sette danzatori e i due attori sul palco, dietro le quinte e nei camerini del teatro dove si svolgerà la storia.
Lisa Galantini e Enrico Casale racconteranno attraverso i testi di Emanuele Conte la storia del labirinto fatto costruire da Minosse per rinchiudere dentro il Minotauro, mentre in scena i danzatori Michela Lucenti, Maurizio Camilli, Emanuela Serra, Filippo Porro, Alessandro Pallecchi, Simone Zambelli, Aristide Rontini, con le coreografie della stessa Lucenti daranno corpo ai personaggi e alle situazioni del mito.
Sulla scena firmata Conte, la terra ricopre tutto e da questa affiorano pochi mobili e suppellettili come se un appartamento, senza pareti, fosse stato invaso dal fango di un’alluvione e poi fosse riemerso in parte, una volta asciugata l’acqua.
Uno spettacolo che nasce dalla terra e dal sudore.
Ma Cos’è il labirinto? Un posto dove perdersi o un posto dove nascondere quello che ci fa paura, ciò che non si riesce a capire? Una prigione, un manicomio, un’isola.
Il labirinto è il luogo dove si compie il sacrificio simbolico, così l’animale si evolve in uomo. Entriamo nel labirinto, il cervello umano, perdiamoci, lasciamo un filo rosso dietro di noi per ritrovare l’uscita, o forse l’entrata. Un percorso che parla di solitudine estrema e dei muri, che dovrebbero proteggerci e che invece non fanno che consolidare il nostro isolamento. Ci accorgiamo che non c’è via d’uscita, che i limiti sono dentro di noi. I mostri sono nei nostri occhi, i muri nella nostra mente. Avidamente ricerchiamo la luce e riemergiamo dall’architettura infernale dei nostri pensieri solo dopo aver abbandonato lungo la strada un cadavere, o forse un guscio, una corazza, che non ci serve più e voltandoci indietro scopriamo che il mostro aveva il nostro volto.
Axto si esprime con diversi linguaggi tra cui anche una forte manipolazione sonora attraverso le rielaborazioni musicali di Massimo Calcagno, che aiutano a riflettere sui nostri pensieri anche quelli che ci inducono a isolarci e a capire che i muri e i mostri spesso sono dentro di noi perché siamo noi stessi a crearli.
I costumi dello spettacolo sono realizzati da Daniela De Blasio, luci di Andrea Torazza.
INFO: www.teatrodellatosse.it
Biglietteria: 0102470793
Biglietti: 15 euro
Davide Bressanin
Ufficio stampa
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse ONLUS