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Il
salvataggio dei profughi che attraversano sulle carrette del mare il canale di Sicilia dalla Libia alle coste italiane, ma anche il
salvataggio dei naufraghi locali, come qualche maldestro diportista che ad agosto resta in avaria con la propria barca al largo di Santa Margherita: la casistica dei salvataggi in mare della
Capitaneria di Porto di Genova è molto varia. L’attività domestica, nella propria zona di competenza che corrisponde al tratto di costa della
Città metropolitana di Genova, consta ogni anno di
circa 100 interventi di soccorso in mare: si va dalle imbarcazioni in avaria a quelle che imbarcano acqua alle persone che hanno dei malori, sia sulle barche sia in acqua. Per quel che riguarda invece il soccorso ai migranti nel canale di Sicilia, a questo compito viene delegata stabilmente, a rotazione, una delle
due motovedette d’altura della Capitaneria: si tratta di unità nautiche cosiddette ‘ognitempo’ e ‘autoraddrizzanti’, ovvero in grado di navigare con qualsiasi condizione meteo nel Mediterraneo e di autoraddrizzarsi in pochi secondi in caso di ribaltamento per onde anomale. La Capitaneria di Porto di Genova fa parte della
Guardia Costiera, corpo militare nazionale che dipende però dal
ministero dei trasporti, e svolge quindi prevalentemente funzioni civili: oltre al coordinamento delle operazioni di soccorso in mare, l’altro compito principale della Capitaneria di porto è il
controllo del traffico marittimo mercantile, che viene svolto da una sala di controllo con operatori in servizio 24/7, che controllano su dei monitor la posizione delle navi nell’area di competenza fornendo ai loro comandanti informazioni sull’ingresso nel
porto di Genova (circa
600 navi all’anno). Il monitoraggio del traffico marittimo mercantile si incrocia con le operazioni di salvataggio in mare, perché la Capitaneria ha il potere di
dirottare una nave mercantile verso un’imbarcazione da soccorrere, nel caso in cui la abbia vicina e possa raggiungerla più velocemente delle motovedette della stessa Capitaneria. Altri compiti della Capitaneria sono il coordinamento delle
operazioni di disinquinamento, qualora si verifichino sversamenti in mare di sostanze inquinanti, e la collaborazione alla
tutela del patrimonio artistico sommerso. Insomma, collabora con molti ministeri, dall’
Ambiente ai
Beni Culturali. A Genova oltre alla capitaneria di Porto c’è anche la
Direzione marittima regionale della Liguria, che sovraintende a un’
area di mare di 13.000 km2 che bagna tutti i 330 km di costa ligure e arriva fino alla Corsica. Alla Direzione Marittima di Genova fanno capo 30 fra Capitanerie di porto (Genova, Savona, Imperia e La Spezia), Uffici circondariali marittimi, Uffici locali marittimi e Delegazioni di Spiaggia: per questo sono
270 i dipendenti della Guardia Costiera che lavorano o gravitano nello splendido edificio disegnato da Renzo Piano negli anni Novanta al Porto Antico di Genova. La Direzione regionale ha a disposizione
40 mezzi fra motovedette e gommoni. Ci sono poi
due elicotteri a disposizione a Sarzana e un mezzo molto particolare nel porto di Genova: si tratta del
rescue runner, una specie di acquascooter che permette di accedere alle insenature più anguste, tipiche del litorale ligure. Ogni due anni la Capitaneria di Porto di Genova fa un open day nell’ambito della
Genoa Shipping Week, l’evento dedicato alla industry marittima della città capitale italiana del mare.