SHAKESPEARE /Sonetti – 2 e 3 febbraio

2-3 febbraio

Sabato 20.30

Domenica 18.30

Teatro della Tosse

SHAKESPEARE /Sonetti

versione italiana e adattamento teatrale Fabrizio Sinisi e Valter Malosti

regia Valter Malosti

coreografie Michela Lucenti

con

Valter Malosti  Io narrante / Il Poeta come buffone 

Michela Lucenti Dark Lady

Maurizio Camilli Il poeta rivale

Marcello Spinetta Il giovane ragazzo

ed Elena Serra S.

scene e costumi Domenico Franchi

luci Cesare Agoni, Sergio Martinelli

acconciature e trucco Bruna Calvaresi

assistente alla regia Elena Serra

canzoni Domenico Modugno

Un pagliaccio in paradiso, Che cosa sono le nuvole, Dio come ti amo

progetto sonoro Valter Malosti

musiche voci e frammenti sonori da Alan Splet, Murcof, Bruno Pronsato, Michael Nyman, Al Pacino, Scanner, Arvo Pärt

estratti da Liquefatto, progetto musicale di Gup Alcaro e Valter Malosti

suono Fabio Cinicola

direttore di scena Gennaro Cerlino

 

una produzione TPE-Teatro Piemonte Europa

CTB Centro Teatrale Bresciano

Teatro di Dioniso

 

 

Giovedi 31 gennaio – orario 18 – 19.30

Nel foyer del Teatro della Tosse

Un Incontro su  SHAKESPEARE SONETTI

Parteciperanno

Valter Malosti – regista

Michela Lucenti – regista e coreografa

Laura  Santini – critico teatrale

INCONTRO A ENTRATA LIBERA

 

 

Il 2 e 3 febbraio in scena  SHAKESPEARE/Sonetti versione italiana e adattamento teatrale Fabrizio Sinisi e Valter Malosti con la regia di Valter Malosti e le coreografie di Michela Lucenti.

I sonetti letti come un dramma. Valter Malosti dà corpo, a fianco di un performer e un musicista, ai caratteri evocati dal testo: un uomo maturo, un giovane e una donna. Uno spettacolo trasversale, giocato su combinazioni imprevedibili di movimento e parola, in perenne dialogo con la musica e il suono. Una ricerca sul linguaggio poetico di Shakespeare e sulle possibilità di dialogo tra le arti della scena, che si avvale delle coreografie di Michela Lucenti.

 

Enigma filologico, impenetrabile documento, lettera d’amore a un destinatario sconosciuto, i Sonetti di Shakespeare diventano qui a pieno titolo uno dei testi teatrali shakespeariani: forse l’unico monologo della sua teatrografia. L’ordine dei componimenti viene ricostruito in una nuova lingua e una nuova drammaturgia, un complesso romanzo d’amore con quattro figure e una sola voce: con il Narratore dei Sonetti Shakespeare crea infatti uno dei suoi grandi protagonisti, un personaggio clownesco e sboccato, straziante e disperato, di allucinata modernità. Una fra le più complesse e grandiose opere di poesia dell’età moderna diventa in questo spettacolo un altare sacrificale, un evento di grazia e furore, canto e lamento, beffa e bestemmia, che anticipa i grandi canzonieri d’amore del Novecento, da Auden a Pasolini, da Salinas a Testori. Con Shakespeare/Sonetti Valter Malosti conclude nel migliore dei modi la sua trilogia sullo Shakespeare “non teatrale” iniziato con Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia.
Patetico e disperato è l’amore che nei Sonetti si racconta, un amore tanto limpido quanto squilibrato, infelice, fuori asse: l’amore di un uomo ormai maturo nei confronti di uno molto più giovane e bello, un vecchio poeta disposto anche a coprirsi di ridicolo, a rendersi buffone agli occhi della gente, pur di esprimere il suo sentimento, affermandolo in un gesto plateale e spudorato: la poesia. Il Narratore fa della sua poesia il suo stesso palcoscenico. Come accade nella tradizione popolare, la parola diventa non solo lo strumento di un dialogo, ma il luogo di una performance: invocazione, elegia, preghiera, lamento, dichiarazione.

 

 

Ciò che avviene nei Sonetti è innanzitutto l’esibizione di un io disperato e precario, disposto a dire tutto, a farsi povero e buffone, a divenire esso stesso spettacolo, pur di non perdere l’Altro: il bel giovane, l’ombra misteriosa e mai identificata dell’opera shakespeariana, un personaggio idealizzato e irrealizzabile, bellissimo e indifferente, simbolo della luce e della grazia, unico baluardo di eternità contro l’incombere della morte.

All’apollineo numinoso del far young si contrappone, opposto e complementare, il buio della dark lady: il contrappeso d’ombra, il contrappasso nero di tutto ciò che il ragazzo rappresenta nella luce. Oggetto inclassificabile della filologia shakespeariana, la dark lady diventa lo specchio perverso del Narratore, la sua parte rimossa e tuttavia necessaria: l’eros funereo, l’ossessione del corpo, la nevrosi mortuaria, il furore e la farsa, una figura di crudeltà cinica e umorale in cui veder ritornare l’innominabile. La dark lady, creata in scena da Michela Lucenti, è ciò che il Narratore non vuole essere e tuttavia non può fare a meno di essere: l’ombra infera che la luce del Ragazzo non annulla ma anzi allunga e distorce.

Ecco quindi forse la contraddizione che rende i Sonetti la più estrema e dolorosa fra le tragedie shakespeariane: nel personaggio del Narratore, Shakespeare mette in scena il dissidio insanabile fra gli opposti, il contrasto fra luce e ombra, ordine e caos, delirio e realtà, amore e morte. È proprio in questo nodo irrisolvibile che accade la poesia: inscenati come testo teatrale, i Sonetti diventano un dibattito per voce sola e corpi, uno spazio instabile e irrequieto popolato dai fantasmi di uno solo che diviene moltitudine.

Valter Malosti

 

 

Biglietti spettacolo : 15 euro

 

Davide Bressanin

Ufficio stampa

Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse ONLUS

Di Staff_ReteGenova

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