Palazzo Ducale: Speciale IANUA
IANUA: porta i libri
venerdì 15 marzo 2023, ore 14 – 17 Archivio Storico
Un ciclo di quattro conferenze dedicate a libro in collaborazione con IANUA. Genova nel Medioevo, progetto patrocinato dal Comune di Genova, curato da Antonio Musarra. Dalla Bibbia Atlantica agli Annali genovesi, passando per i “manoscritti della Meloria”, sino a un papa genovese alle prese con un libro particolare.
ore 14 – Emanuela Ferro, Libri in Comune: il patrimonio medievale della Biblioteca Berio
Già nella biblioteca privata dell’abate Berio erano presenti alcuni antichi manoscritti, ma è soprattutto nel corso dei suoi 200 anni di storia come biblioteca civica che la Berio ha acquisito importanti testimonianze medievali, grazie agli oculati acquisti del suo primo prefetto, Giambattista Spotorno, e alla generosità dei genovesi, che hanno donato alla loro biblioteca pergamene e codici miniati, raccolte di poesie e portolani, spesso provenienti dalle collezioni di famiglia. Il monumento alla storia della Genova medievale è certamente la Bibbia Atlantica del Comune di Genova, che sarà esposta in autunno in occasione del progetto IANUA, Genova nel Medioevo. Risalente alla fine dell’XI secolo, fa parte di un gruppo di bibbie miniate denominate atlantiche per le loro grandi dimensioni e prodotte nell’ambito della riforma ecclesiastica, di cui erano strumento di promozione e diffusione capillare. L’esemplare beriano è a Genova dal Medioevo, come attesta una nota manoscritta risalente al XIII-XIV secolo. Forse, la Bibbia fu accolta nella Cattedrale, che riuniva in sé la funzione di luogo sacro e di sede legale della comunità civile, e su di essa giuravano i consoli, i dogi e gli altri magistrati cittadini. In epoca napoleonica il codice fu trasferito a Parigi nella Bibliothèque Royale: restituito alla città quarant’anni dopo, fu affidato dalla municipalità alla Biblioteca Berio.
Emanuela Ferro, bibliotecaria responsabile della Sezione di Conservazione e delle Collezioni della Biblioteca Berio e docente di Bibliografia e Biblioteconomia presso l’Università di Genova, ha curato numerose iniziative di valorizzazione delle raccolte storiche della biblioteca, dal ciclo “Adagio e curioso, viaggio ‘lento’ intorno al mondo della carta, del libro, di Gutenberg” nell’ambito del Festival della Scienza alle mostre dedicate alla Biblioteca di Demetrio Canevari, al Fondo Colombiano e alla Raccolta Dantesca, non ultima l’esposizione straordinaria dell’Offiziolo Durazzo in occasione dei Rolli Days 2023.
ore 15 – Giustina Olgiati, Manoscritti medievali nell’archivio di governo della Repubblica di Genova
«Chiunque, per utilità propria o di altri, voglia chiedere notizia degli anni dalla spedizione di Cesarea a oggi, legga quanto Caffaro ne scrisse, comprovandolo di sua memoria, e consideri questo scritto come verità. Perché Caffaro, che dal tempo di quella spedizione fino a oggi ebbe parte nel reggimento dei consolati o conobbe gli altri consoli, con studio di cuore e di mente raccolse i nomi di essi e le date, il variare dei consolati e delle compagne, le vittorie e il mutare delle monete; e poi presentò questo scritto nel Consiglio ai consoli di allora, Tanclerio e Rubaldo Bisaccia e Ansaldo Spinola. E questi consoli, con l’assenso dell’intero Consiglio, ordinarono a Guglielmo di Colomba, pubblico scrivano, che trascrivesse il libro che Caffaro aveva composto e lo ponesse nell’archivio del Comune, perché in ogni tempo si conoscessero le vittorie dei genovesi: come partirono per Cesarea nel 1100; come ritornarono nel 1101». Il proemio degli Annali del Caffaro ci dà notizia della trascrizione a uso pubblico dell’opera storica scritta da Caffaro, disposta nel 1152, e della decisione di conservarla nell’Archivio governativo. Negli anni successivi, altri testi – di argomento storico, religioso o giuridico – e raccolte documentarie verranno composti o conservati per rappresentare l’identità stessa dell’antico Comune di Genova. Di queste opere, spesso definite genericamente libri o volumina, ricostruiremo le vicende, fino alla loro dispersione in epoca napoleonica e alla successiva, parziale, restituzione alla città di Genova.
Giustina Olgiati dal 2007 è funzionario presso l’Archivio di Stato di Genova, dove ricopre l’incarico di responsabile delle attività di valorizzazione del patrimonio culturale.
Ha compiuto gli studi universitari a Genova laureandosi in Storia, in Lettere Moderne e in Giurisprudenza e ha conseguito a Milano il Dottorato di Ricerca in Storia medievale. È autrice di studi sulla caduta di Costantinopoli, le colonie d’Oriente e la storia di Genova nel XV secolo. Ha al suo attivo la realizzazione di diverse mostre documentarie, di cui ha curato i cataloghi. Tra le più recenti si segnalano: “Tutti i genovesi del mondo” (2015); “Genova. Tesori d’Archivio” (2016), “Il genovese. Storia di una lingua” (con Fiorenzo Toso, 2017), “Schiavi a Genova e in Liguria” (con Andrea Zappia, 2018), “Dante e la Liguria” (con Gianluca Ameri e Marco Berisso, 2021), “Rapporti di famiglia a Genova” (con Daniele Tinterri, 2023).
ore 16 – Antonio Musarra, I prigionieri della Meloria
Il 6 agosto del 1284, nei pressi delle secche della Meloria, al largo di Livorno, Genovesi e Pisani si affrontarono in quella ch’è solitamente ritenuta la più grande battaglia navale del Medioevo. A seguito della disfatta, circa 10.000 pisani finirono nelle carceri genovesi, venendo costretti a mantenersi autonomamente. Siamo di fronte a una particolare categoria di esclusi, i quali affideranno il proprio anelito di libertà al libro. O, meglio, alla produzione libraria, creando dal nulla uno scriptorium – una sorta d’atelier, è stato detto – in cui copiare, tradurre e illustrare testi letterati, prevalentemente d’argomento cortese o enciclopedico, redatti in latino, in antico-francese o in lingua volgare. Quale, la sorte di tale produzione?
Antonio Musarra è Professore Associato di Storia medievale presso Sapienza Università di Roma.
Fellow di Harvard, si occupa di storia del Mediterraneo medievale, di storia marittima e navale, di storia delle crociate e dell’Oriente latino, di storia francescana e di storia delle città, con particolare riguardo al contesto genovese. Autore d’oltre centocinquanta pubblicazioni, si dedica tanto alla ricerca quanto alla disseminazione dei risultati scientifici. Tra le sue ultime pubblicazioni: Medioevo marinaro. Prendere il mare nell’Italia medievale (Il Mulino 2021); Le crociate. L’idea, la storia, il mito (Il Mulino 2022); 1492. Diario del primo viaggio (Laterza 2022); L’isola che non c’è. Geografie immaginarie tra Mediterraneo e Atlantico (Il Mulino 2023); Fra Cielo e Terra. Gerusalemme e l’Occidente medievale (Carocci 2024).
ore 17 – Marina Montesano, Il Malleus maleficarum
Nel 1484, Innocenzo VIII, il genovese Giovanni Battista Cybo de Mari, promulgava la bolla Summis desiderantes: apparentemente, in linea con quei documenti con cui, nei due secoli precedenti, il pontificato aveva espresso la propria preoccupazione verso i fenomeni ereticali e magici; in realtà, una svolta gravida di conseguenze. Il pontefice menziona persone che “si sono date ai demoni incubi e succubi” e che “fanno deperire ed estinguersi la progenie delle donne, i piccoli degli animali, le messi della terra, i grappoli delle vigne, i frutti degli alberi”. La bolla ratificava l’operato condotto dagli inquisitori domenicani Jakob Sprenger e Heinrich Kramer, che aveva portato a numerose condanne al rogo, ma anche ad attriti con i vescovi, dinanzi ai quali Innocenzo sembrava dare pieno sostegno e libertà d’azione agli inquisitori. Uno dei due, Kramer, scrisse il Malleus maleficarum (ossia Il martello delle malefiche, generalmente tradotto come “streghe”): con esso, la “caccia alle streghe” trovava un avvio definitivo di tipo teologico-canonistico, divenendo nei secoli successivi, a torto o a ragione, anche il simbolo della repressione maschile verso la libertà delle donne.
Marina Montesano è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università di Messina. Dottore di ricerca all’Università di Firenze, è fellow della Brown University di Providence RI, dell’Accademia della Crusca, di Villa I Tatti (Fondazione Berenson – Harvard University). Oltre a partecipare regolarmente a convegni scientifici, ha svolto cicli di conferenze presso gli Istituti italiani di cultura all’estero, nonché presso numerose Università internazionali. Si interessa di storia culturale, con particolare attenzione per il fenomeno magico-stregonico. Fra le pubblicazioni più recenti: Classical Culture and Witchcraft in Medieval and Renaissance Italy (London, Palgrave/MacMillan 2018); Dio lo volle? 1204: la vera caduta di Costantinopoli (Roma 2020); Inferno, Canto xx. Dante e la magia (La Vela 2021); Ai margini del Medioevo, Storia culturale dell’alterità (Roma 2021) (Premio Italia medievale 2021); (a cura di) Folklore, Magic, and Witchcraft: Cultural Exchanges from the Twelfth to Eighteenth Century (London 2022) (Premio Katharine Briggs della Folklore Society, UK); Maleficia. Storie di streghe dall’Antichità al Rinascimento (Roma 2023).