Museo Galata: Spettri e zombie in mare
Abbiamo già affrontato il tema dell’orrore del mare con navi fantasma, maledizioni a bordo, sirene e mostri marini.
Ma forse non tutti sanno che anche gli arcinoti zombie, hanno origine da un incubo iniziato proprio in mare.
Dal catalogo della mostra “Mare Monstrum – L’immaginario del Mare tra meraviglia e paura – tenutasi al Galata Museo del Mare tra giugno 2015 e gennaio 2016, l’articolo di Federico Boni su:
Spettri e zombie della schiavitù
“Il mare è il luogo che trasporta e veicola gli orrori della schiavitù e delle migrazioni.
I fantasmi della schiavitù sono quelli dei milioni di schiavi morti durante il Middle Passage, la traversata dell’Atlantico compiuta dalle navi negriere.
Stipati nelle stive che in alcuni casi non avevano più di mezzo metro di altezza, gli africani imprigionati morivano soffocati, spesso si suicidavano o sprofondavano nella follia a causa delle condizioni ambientali ed esistenziali a bordo delle imbarcazioni. Le navi negriere divennero delle bare galleggianti.
I tentativi di ribellione venivano repressi con metodi terrificanti: i capitani delle navi spesso distribuivano le parti del corpo di schiavi ribelli come cibo per gli altri schiavi, a monito di che cosa li avrebbe attesi in caso di ribellione.
Fantasmi che perseguitano
I fantasmi di questi schiavi che trovarono la morte nell’Oceano Atlantico tornano a infestare non solo i padroni bianchi, ma anche i loro stessi discendenti. Il film Beloved – Amatissima, diretto nel 1988 da Jonathan Demme e tratto dal romanzo – vincitore del premio Pulitzer – del nobel per la letteratura Toni Morrison (1987) è la storia dei fantasmi di questi schiavi che ossessionano gli stessi afroamericani (e non gli schiavisti bianchi) perchè sono loro innanzi tutto, che non devono dimenticare. I loro fantasmi sono legati al mare e all’acqua perchè è li che hanno trovato la morte. E sono fantasmi perchè tornano a inferstare la memoria degli schiavi divenuti liberi, intenti a dimenticare e rimouvere gli orrori della schiavitù.
Paura di diventare zombie
Gli orrori della schiavitù non si popolano solo di fantasmi, ma anche di ben più concreti cadaveri viventi, gli zombie.
Lo zombie, la cui origine va rintracciata nella Haiti coloniale e schiavista – è nato come metafora dello schiavo, corpo senza coscienza che lavora nelle piantagioni di canna da zucchero di Haiti.
Lo zombie non è originariamente un mostro che si teme, ma qualcosa che si teme di diventare: una non persona come quelle a cui la nostra società tende a ridurre i migranti e i nuovi schiavi.
Gli africani sopravvissuti agli orrori delle navi negriere durante la navigazione del Middle Passage si ritrovavano dentro un’altra storia del terrore una venduti come schiavi nelle colonie caraibiche.
Zombie e Vodou
La religione haitiana del Vodou vide la luce con l’arrivo degli schiavi provenienti dall’Africa e riuniti ad Haiti – il centro di smistamento degli schiavi. Nella religione Vudou lo zombie è considerato prodotto della magia nera di stregoni malvagi.
In genere la trasformazione di un individuo in zombie funzionava come correttivo sociale, dal momento che questa sorte era riservata solo alle persone che si erano macchiate di qualche colpa. Gli schiavi africani consideravano la possibilità di essere trasformati in zombie – vale a dire in schiavi privi di coscienza risvegliati dalla morte grazie alla magia nera – come una terrificante realtà.
I padroni schiavisti sfruttarono cinicamente la paura degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni di canna da zucchero ad Haiti ed essere trasformati in zombie – e quindi in una condizione di schiavitù eterna.
Con questa minaccia infatti i padroni delle piantagioni potevano convincere gli schiavi che la mostruosità della vita nelle piantagioni non era nulla in confronto alla mostruosità di una schiavitù eterna – nel caso avessero voluto sfuggire alla loro condizione ricorrendo al suicidio.
Bianchi e zombie
Anche l’America bianca aveva i suoi mostri da temere. In questo caso, l’incubo era quello delle ribellioni degli schiavi e la distruzione della gerarchia razziale creata dal mondo della piantagione.
I primi film americani sugli zombie, come l’Isola degli Zombies (1932 – Victor Halperin) e I walked with a zombie (Jacques Tourner, 1943) presentano eroine bianche trasformate in zombies dagli stregoni.
Per un pubblico occidentale, il vero orrore di questi film non è la schiavitù degli africani, ma piuttosto il rischio che i protagonisti bianchi possano divenire essi stessi zombies. Il vero orrore insomma, è la possibilità per gli occidentali di venire dominati e colonizzati dai loro stessi schiavi deportati dall’Africa.
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Fonte: Galata Museo del Mare