Porto Antico: The Art of The Brick®: arriva a Genova la LEGO-arte di Nathan Sawaya
Dal 12 marzo al 9 giugno 2019 arriva al Porto Antico di Genova The Art of The Brick la prima grande mostra d’arte contemporanea di un autore che utilizza i mattoncini LEGO® come unico mezzo espressivo.
Cos’è The Art of The Brick?
The Art of the Brick è una mostra itinerante unica nel suo genere. Tutte le opere esposte sono creazioni di Nathan Sawaya, l’artista che utilizza come “materia prima” solamente i comuni mattoncini LEGO® che tutti conosciamo. Migliaia di mattoncini LEGO® per ogni opera, a dire il vero. Più di un milione di mattoncini, complessivamente.
Chi è Nathan Sawaya?
La mostra, che potrete visitare al Modulo 1 dei Magazzini del Cotone, nasce dal talento e dalle idee di Nathan Sawaya, ex avvocato newyorkese con il pallino dei mattoncini. Nathan ha abbandonato la sua carriera legale per realizzare il proprio sogno e dedicarsi a tempo pieno all’arte. Una bella favola o un progetto di vita ben riuscito? Decidete voi.
La LEGO Arte.
Grazie alla sue capacità, alla perseveranza e a una dose pressoché sconfinata di immaginazione, Nathan Sawaya è riuscito a fare ciò che a milioni di AFOL sfugge: raggiungere una posizione di rilievo nel mondo dell’arte contemporanea elevando a rango di vera e propria arte le opere realizzate con i mattoncini LEGO®.
“Per Nathan Sawaya il mattoncino è l’atomo di una nuova realtà, l’elemento base, il cromosoma con cui plasmare le proprie visioni.”
Mattoncini LEGO: ordinari e straordinari.
Si, è vero, Sawaya usa dei comuni mattoncini di ABS, ma fate attenzione: le sue opere partono da un modulo semplice che, però, ha letteralmente milioni di possibilità. Pensate che combinando 6 mattoncini si possono ottenere 915.103.765 combinazioni differenti. E guardando le sue opere sembra proprio che Sawaya voglia esplorarle tutte, queste combinazioni: è come se – per lui – il mattoncino fosse l’atomo di una nuova realtà, l’elemento base, il cromosoma con cui plasmare le proprie visioni.
Mezzo e messaggio.
Ma non è solo una questione di mezzo, ovviamente: nelle sue sculture (perché di questo si tratta) c’è sempre un messaggio forte. Le sue opere sono esteticamente piacevoli – a volte giocose – ma parlano di sentimenti, realazioni, costumi, comunicazione, arte, società. Insomma, parlano di noi esseri umani e lo fanno con un linguaggio immediato e diretto, in una specie di felice fusione tra la POP Art e Surrealismo.
Arte familiare.
Con The Art Of The Brick, Sawaya riesce a realizzare arte con strumenti comuni, ordinari: chiunque può confrontarsi con queste opere e capirne l’importanza soprattutto perché realizzate con un strumenti e tecniche familiari a bambini e adulti.
La materia dell’arte.
Sappiamo di vincere in partenza scommettendo sul fatto che a casa vostra ci sia qualche pezzo LEGO®. Il sistema di costruzioni modulari basato sul mitico mattoncino 2×4 ha più di 60 anni e, in tutti questi anni, ha trovato ogni modo possibile per colonizzare le nostre case, ferire i nostri piedi e fornire propellente per la fantasia dei bambini. Anche negli studi di Sawaya qualche pezzetto c’è: nei suoi studi, tra New York e Los Angeles, ha accumulato più di 4 milioni di mattoncini. C’è da sperare che sia molto ordinato e che non cammini scalzo.
Schizzi a matita.
Per progettare le sue opere, che raggiungo dimensioni e peso notevoli, Nathan Sawaya parte schizzando le proprie idee con blocco e matita. Gli schizzi preliminari vengono trasferiti su una speciale carta millimetrata e – successivamente – seguono un complesso processo di costruzione.
Colla, sì.
Infinite possibilità e – senza dubbio – una reperibilità e facilità di lavorazione decisamente superiore al marmo: questo garantiscono i mattoncini della casa madre danese. Ma è chiaro che il precisissimo sistema di interconnessione meccanica fra i mattoncini ha avuto il successo che ha avuto anche perché è reversibile. Cioè si può costruire e – successivamente – smontare. Un giorno una macchina, il giorno successivo una casa, poi un dinosauro, poi un’astronave, sempre con gli stessi pezzi o quasi. Questo è il gioco. Per tutti funziona così. Ma per Nathan Sawaya no, lui ha smesso di giocare e ha iniziato a fare arte e, quindi, è naturale che debba provvedere a fissare le sue opere nello spazio e nel tempo. Lo fa con una colla speciale e permanente con cui riveste ogni singolo mattoncino prima di assemblarlo. E se sbaglia a posarlo? Deve utilizzare lo scalpello, proprio come i grandi artisti del passato alle prese con la fredda pietra.
Cosa troverete a The Art of The Brick.
Nelle sale del Modulo 1 dei Magazzini del Cotone, la mostra The Art of The Brick si estende in diversi ambienti in cui si articolano le tematiche care all’artista.
Oggetti comuni.
Troverete oggetti comuni come vasi, colonne, mappamondi, mele o matite. Magari saranno matite alte 2 metri, ma comunque saranno proprio delle matite. Quelle gialle. O dei pastelli, magari.
Espressione umana.
Poi troverete una sezione di matrice autobiografica in cui l’autore indaga sull’espressione umana come con l’iconica scultura Yellow in cui un individuo, completamente giallo, si apre il petto lasciando fuoriuscire una cascata di mattoncini.
Condizione umana.
Molto toccante la serie di sculture dedicate alla condizione umana: riuscire a trasmettere concetti come amore, disperazione o perdita non è per nulla un gioco, altroché.
I maestri del passato.
L’artista – come è giusto che sia se parliamo di arte POP – si è anche confrontato con i grandi maestri del passato obbligando la memoria dei visitatori precedentemente riempita dalle opere di Rodin, Michelangelo, Degas o Munch, a combattere una nuova partita visiva giocata sul suo spigolosissimo campo.
Stanza dei ritratti.
E poi i ritratti. Una stanza dedicata ai ritratti. Ditemi voi se è facile interpretare una delle alte rappresentazioni dell’individuo utilizzando solo piccoli pezzetti di plastica! Si può? Si può.
Pensa in Grande, pensa T-Rex.
Ovviamente la mostra è adatta a un pubblico variegato, ma attira anche molti, moltissimi bambini che restano colpiti ed escono arricchiti e ispirati dal lavoro di Nathan Sawaya. Ed è proprio per deliziare i più piccoli che l’artista ha voluto realizzare qualcosa che li lasciasse davvero a bocca aperta. E se si vuole stupire un bambino cosa c’è di meglio se non lo scheletro di un dinosauro alto quasi sei metri e costruito con 80.020 mattoncini?
Assolutamente niente, ve lo possiamo assicurare.
Informazioni su The Art of The Brick a Genova.
Dal 12 marzo al 9 giugno 2019
Dal lunedì al giovedì dalle ore 10:00 alle 18:00
Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 10:00 alle 20:00
Giorni festivi: dalle ore 10:00 alle 20:00
Ultimo ingresso consentito in mostra è un’ora prima dell’orario di chiusura.
Intero: 14 euro (+1,50 euro di prevendita)
Ridotto generico: (over 65, under 12, cral convenzionati, media parteners, disabili*) 12 euro (+1,50 di prevendita)
Ridotto gruppi: (per un minimo di 25 persone): 10 euro (+1,50 di prevendita)
Ridotto scuole: (per un minimo di 15 alunni): 8 euro (+1,50 di prevendita)
Family pack da 3: (2 adulti e un bambino o un adulto e due bambini): 35 euro (+1,50 di prevendita)
Family pack da 4: (due adulti e due bambini o un adulto e tre bambini): 44 euro (+1,50 di prevendita)
Open: 16 euro (+1,50 euro di prevendita)
I bambini al di sotto di 3 anni non pagano.
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Fonte. Porto Antico