Vascelli fantasma, maledizioni a bordo. L’orrore del mare

Museo Galata: Vascelli fantasma, maledizioni a bordo. L’orrore del mare

Al primo piano del Galata si entra dentro la bocca di una balena. In questa parte di percorso, nato dalla mostra “Mare Monstrum” (27 giugno 2015-10 gennaio 2016) è raccolto un viaggio nell’orrore.

 

La mostra, oggi in parte riassorbita come percorso permanente, accompagnava i visitatori attraverso le rappresentazioni dell’immaginario marino: un percorso che mostrava gli incubi e le paure prodotti dal rapporto tra il mare e la navigazione.
Il mare rappresenta infatti, secondo le parole del Direttore del museo, il “sonno della ragione” che genera e riflette i mostri prodotti dall’immaginazione di intere culture e società.
Questo immaginario della paura e dell’orrore può assumere moltissime forme. Una creatura delle profondità marine, un vascello fantasma, un viaggio metafisico attraverso tempeste e bonacce.

In “Mare Monstrum” i curatori hanno raccolto storie orrorose attraverso diverse letture: orrore nel mare, (le profondità) orrore per il mare (o i fantasmi della mente, le credenze e le leggende) e orrore che viene dal mare.

Vascelli fantasma

I protagonisti assoluti della navigazione tra il seicento e l’ottocento sono i vascelli. Sono navi di grandi dimensioni, atte soprattutto alla guerra marittima. Poteva accadere di frequente che la nave non venisse bombardata nella sua struttura, ma si cercasse l’abbordaggio per poi poter sequestrare la nave intatta, preferendo massacrare tutta la ciurma a bordo, o facendo prigionieri.
Può essere capitato che una nave fatta prigioniera venisse abbandonata in mare: una volta saliti a bordo ci si rendeva conto della difficoltà a proseguire con due vascelli. Oppure poteva capitare che la ciurma di un vascello fosse attaccata da un’epidemia che mieteva ogni vita a bordo. E’ probabile che l’idea di vascello fantasma sia nata proprio da avvistamenti e ritrovamenti di navi deserte.
Ma le leggende non vogliono spiegazioni plausibili, sono invece alla ricerca di maledizioni che si perpetrano nel tempo e sono alla ricerca il più delle volte, di un episodio morale che riabiliti una condotta da condannare.

Il vascello dell’Olandese Volante

Egli era un empio comandante che volendo forzare la potenza stesse delle terribili tempeste del Capo di Buona Speranza, sarebbe stato maledetto, obbligato a navigare in eterno, e l’avvistamento della sua nave sarebbe stato presagio di morte per i naviganti a venire, episodio che riguardo anche Giorgio V d’Inghilterra col fratello Alberto Vittorio durante la crociera d’addestramento a bordo di HMS Bacchante.

Maledizioni e redenzioni a bordo – La ballata del vecchio marinaio

La ballata del vecchio marinaio è un’opera del poeta romantico inglese Samuel Taylor Coleridge scritta nel 1789.
Il poema narra la storia di una nave bloccata nei ghiacci del Polo Sud che riceve la visita di un albatro.  Sembra essere un presagio favorevole, poiché la nave si libera dei ghiacci. Ma senza motivo, il marinaio uccide l’uccello. L’equipaggio si rende moralmente complice del delitto approvando il crudele gesto.

La maledizione

A quel punto verso l’Equatore le cose peggiorano: vento del tutto assente, sole cocente, acque ferme e arroventate.  Si avvicinano intanto su una nave fantasma due figure impegnate in una partita a dadi: sono Morte e Vita-in-Morte, che vincono rispettivamente le anime della ciurma e quella del Marinaio. L’equipaggio, agonizzante, maledice l’uomo ed esala l’ultimo respiro. Il Marinaio, invece, sopravvive nel rimorso, solo e disgustato dall’acqua che lo circonda.

La redenzione

Finché, scorgendo alcuni coloratissimi serpenti marini che nuotano nel mare, li benedice con amore, in quanto segno di vita; grazie a questo gesto, Dio pone fine al suo castigo. Le stelle ritornano a muoversi e il vento a soffiare, la pioggia disseta il marinaio e la nave avanza governata da spiriti angelici. Il marinaio, svenuto, è soccorso dal battello di un eremita e al risveglio racconta le sue vicende. Da allora il marinaio viaggia per il mondo narrando la sua storia.

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Fonte: Galata Museo del Mare

Di Staff_ReteGenova

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