Museo Biblioteca dell’Attore: Vico Faggi, un ricordo
VICO FAGGI, UN RICORDO
Venerdì 10 gennaio si è svolta al Museo Biblioteca dell’Attore (MBA) una giornata di studi in ricordo di Vico Faggi (al secolo Alessandro Orengo) a 10 anni dalla sua scomparsa. L’incontro, organizzato dalla Fondazione Novaro e dal MBA con la fondamentale collaborazione della figlia, Maria Teresa Orengo, ha riportato l’attenzione in particolare sull’importante attività poetica e teatrale di Vico Faggi. (1)
L’interesse sul lavoro teatrale di Faggi vedrà un altro momento di approfondimento nei prossimi giorni al Teatro della Corte e alla Sala Chiamata del Porto con una mostra e alcuni eventi curati da Casa America e Teatro Nazionale dedicati all’opera “Cinque giorni al porto” scritto da Vico Faggi e Luigi Squarzina nel 1969. (2)
Il Museo Biblioteca dell’Attore ricorda l’iniziativa “Teatro documento” del 2008 (3) promossa dal MBA in collaborazione con Teatro Stabile e Palazzo Ducale che aveva per la prima volta riportato l’attenzione sull’opera teatrale di Vico Faggi e su questo particolare tipo di drammaturgia teatrale, ripubblicando un articolo di Stefano Bigazzi apparso il 9 novembre 2008 su “la Repubblica”.
“Cinque giorni al porto” il palco che fa la storia
di Stefano Bigazzi
“Luigi Squarzina e Vico Faggi lo definivano teatro storico-dialettico, Ivo Chiesa preferiva la dizione teatro documento. Alla impegnativa stagione dello Stabile genovese attraverso la storia – diretta, non mediata: l’ autunno caldo non la mezza estate di Shakespeare – è dedicato un ciclo di quattro incontri – corrispondenti ad altrettanti spettacoli messi in scena tra gli anni Sessanta e Settanta – organizzati dal Museo Biblioteca dell’ Attore con il Teatro Stabile e Palazzo Ducale. Il debutto domani (ore 21) con “Cinque giorni al porto” di Faggi e Squarzina, che profeticamente (quarant’ anni più tardi, come si vede, la temperatura della protesta non sembra essere scesa) rievocarono il primo sciopero generale in Italia, proclamato dopo lo scioglimento della Camera del Lavoro disposto dal prefetto di Genova il 18 dicembre 1900. Dal giorno successivo al 23 dicembre, i lavoratori del primo scalo marittimo del Paese incrociarono le braccia. E che braccia. Dello spettacolo – e dei vari contesti cui l’ allestimento si riferì e ai quali si può tutt’ ora riferire – in una conversazione a più voci nella Sala del Minor Consiglio, parleranno, Luca Borzani, presidente della Fondazione per la Cultura, e Sergio Cofferati, sindaco di Bologna e ex segretario generale della Cgil. Intervengono Giunio Luzzatto, ordinario di Analisi Matematica, esperto di metodologie della didattica, esponente di quella che si chiamava (proprio negli anni ’70) sinistra indipendente, Amanzio Pezzolo, già viceconsole della Compagnia Unica dei Lavoratori delle Merci Varie, e Andrea Ranieri, senatore ulivista nella precedente legislatura, ex insegnante e sindacalista (Cgil), assessore alla Cultura del Comune di Genova. Introduce e modera il dibattito Eugenio Pallestrini, presidente del Museo Biblioteca dell’ Attore e dello Stabile. Un gruppo curiosamente omogeneo, con due sindacalisti (Cofferati e Ranieri) non digiuni di spettacolo (attento al teatro lirico il primo, deputato all’ attività istituzionale il secondo) e un sindacalista-portuale, Pezzolo, chiamato a recitare la parte di se stesso in “Camalli, storie vissute e narrate dalle genti del Porto di Genova” (al Teatro degli Zingari nel 2005, con Aldo Vinci) e al cinema nel documentario di Silvio Soldini “Un Piede in Terra e l’ altro in Mare” (2007). Gli altri appuntamenti della teatralogia: “Rosa Luxemburg” (1 dicembre), con il sindaco Marta Vincenzi e il giornalista e studioso di storia contemporanea Giulietto Chiesa; “Il processo di Savona” (19 gennaio), cui partecipano l’ ex sindaco, docente di Diritto amministrativo, Giuseppe Pericu e lo storico Paolo Battifora, direttore scientifico dell’ Ilsrec, Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’ età contemporanea; “8 settembre” (16 febbraio), relatori Antonio Gibelli, ordinario di Storia contemporanea, e Marcello Veneziani, giornalista e saggista, studioso di filosofia politica. L’ ingresso ai quattro appuntamenti è libero.”
Fonte: Museo Biblioteca dell’Attore