Notizie metropolitane Genova: Volto Megalitico, a Borzone enigmi ed emozioni scolpiti nella roccia (video di Tabloid)
La più grande scultura rupestre d’Europa alle Rocche di Borzone, fra meraviglia e interrogativi che circondano il maestoso volto megalitico in un territorio che ha molte attrattive, artistiche, naturali e anche gastronomiche, da offrire ai visitatori. Potente, misteriosa e affascinante. E’ la meraviglia della scultura nella roccia fra le creste delle Rocche di Borzone sopra fitti boschi e una valle che poi quasi all’improvviso si spalanca sull’Aiona e gli altipiani della montagna.Gli interrogativi sulla datazione del maestoso ed emozionante volto megalitico che cattura lo sguardo con una forza quasi magnetica, sono ancora aperti, in attesa che si pronunci ufficialmente la scienza, con interpretazioni diverse: opera medievale dei monaci del vicino complesso abbaziale di Sant’Andrea, realizzata come volto del Cristo per la devozione della vallata oppure menhir antropomorfo del Paleolitico, scolpito per i propri culti dall’uomo preistorico fra dodici e ventimila anni fa?Il mistero alimenta la passione di tanti storici, archeologi, studiosi, esperti per questa meraviglia rupestre nel territorio di Borzonasca, a lungo però dimenticata e nascosta dalla fittissima vegetazione che la circonda.
Il grande volto megalitico di Borzone, infatti, fu riscoperto solo nel gennaio del 1965. A vederlo per primo durante un sopralluogo ai lavori per la costruzione della strada comunale fu Armando Giuliani, allora assessore di Borzonasca.“Proprio qui – dice il sindaco Giuseppino Maschio – mentre erano in corso i disboscamenti per il tracciato della strada, l’allora assessore Giuliani si è trovato di fronte per la prima volta la scultura rupestre e l’emozione dev’essere stata fortissima perché è veramente qualcosa che impressiona.”
Alta sette metri, quattro di lunghezza oltre alla capigliatura e a quello che sembra un copricapo, quella di Borzone “è la scultura rupestre più grande in Europa e forse del mondo – dice Rita Deschmann, consigliera delegata alla cultura del Comune di Borzonasca – e per me è chiaro che risalga a un’epoca molto antica, dai dodici ai ventimila anni fa. Che rappresenti una divinità è appurato. Maschile o femminile? Questo ancora non si sa, fa parte della leggenda e del mistero”.
Gli esperti che attribuiscono l’opera alla preistoria collegano le tecniche di lavorazione del volto di Borzone a quelle usate ad esempio per i grandi menhir antropomorfi di Carnac, in Bretagna, dove si trova il più grande raggruppamento megalitico al mondo. Ma che cosa rappresenta la scultura di Borzone?
“Penso – dice Rita Deschmann – che si tratti di un’antica divinità rivolta verso i paesi di fronte che vivevano di agricoltura per proteggerne i raccolti. Sui cartelli si legge ‘Volto di Cristo’ perché all’epoca in cui l’assessore di allora lo scoprì e un giornalista di Borzonasca, Luis Solari, ne scrisse sul Corriere Mercantile, la fede religiosa era molto più viva e la somiglianza con il Cristo fu la prima cosa che colpì la popolazione, ben felice di scrivere sui cartelli Volto di Cristo, anche se penso sarebbe meglio dire semplicemente volto megalitico. E’ vero che ci sono studiosi che hanno voluto vedere una somiglianza impressionante con la Sacra Sindone, lascio a chi di competenza il compito di valutare, sarebbe straordinario se questa al momento ipotesi fosse vera”.
E fra gli enigmi del volto di Borzone, per Rita Deschmann quasi certamente di epoca preistorica, ci sono gli occhi lavorati in due modi diversi.
“Uno scolpito in rilievo sporge – dice la consigliera delegata di Borzonasca – l’altro occhio invece è incavato, anche questa è una cosa stranissima, ma l’effetto ugualmente magnifico ci fa capire che non si tratta dell’opera del vento e della natura, ma di un’opera dell’uomo.”
Se l’antica scultura rupestre è imperdibile, come la straordinaria e vicina abbazia di Sant’Andrea a Borzone, unica per architetture, storia e origini, a Borzonasca c’è anche molto altro da scoprire.
“Ai turisti – dice il sindaco Maschio – possiamo offrire davvero tanto:”“l’arte dall’abbazia di Borzone, monumento nazionale, uno dei più bei patrimoni architettonici e culturali della Liguria alla grande scultura rupestre del Volto megalitico con tutti i misteri che rappresenta, ma anche borghi rurali interessantissimi da visitare che raccontano la storia della nostra comunità, un ambiente naturale veramente unico nella nostra zona con i 1.700 metri del monte Aiona con prati e i pascoli che ne digradano, le malghe alle pendici, in parte anche trasformate in strutture turistiche ricettive, un sistema di percorsi per il trekking e le biciclette con possibilità di sostare nei vari rifugi e infine non dimentichiamo la cucina perché da noi si mangia molto bene e dopo una bella camminata o la visita a un monumento un buon pasto è la degna conclusione.”
Fonte: Notizie Metropolitane Genova